Ormai sembra fatta: ben presto il voto numerico potrebbe tornare in uso nella scuola primaria.
Nella giornata del 16 novembre si è svolto infatti alla Camera il convegno “La scuola del merito. I voti preparano al futuro” organizzato dal Dipartimento Istruzione di Fratelli d’Italia che, essendo il principale partito di maggioranza, potrebbe benissimo decidere di fare piazza pulita delle novità introdotte qualche anno fa e di tornare al modello voluto dalla ministra Gelmini nel 2008.
“Nel corso del convegno – spiega la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti – si è parlato dell’opportunità di reintrodurre nella scuola primaria la valutazione numerica accompagnata da un giudizio articolato e rinnovato. Le tante occasioni di confronto che ho avuto in questo primo anno come sottosegretario, con famiglie, docenti e dirigenti scolastici mi spingono ad affermare che l’indeterminatezza e la vaghezza delle valutazioni odierne non solo non sono apprezzate, ma soprattutto non sono pienamente comprensibili”.
“Gli studenti hanno diritto, come risposta al proprio impegno ed agli sforzi compiuti – aggiunge Frassinetti – di avere fin dalle scuole primarie un riscontro il più possibile chiaro ed oggettivo dei loro apprendimenti. Un approccio equo ed efficace nella valutazione è essenziale anche per far emergere il merito e i talenti, e per facilitare l’individuazione delle difficoltà e aiutare a superarle”.
Stando al comunicato conclusivo degli organizzatori “tanti sono stati gli interventi di docenti, dirigenti scolastici, rappresentanti dei genitori, dei sindacati e degli studenti che hanno partecipato all’iniziativa” e che hanno mostrato di apprezzare la proposta di Fratelli d’Italia.
Significativo, nel comunicato finale, il mancato riferimento a interventi di pedagogisti e studiosi dei problemi della valutazione scolastica ai quali, al contrario, nel 2020 la ministra Lucia Azzolina aveva affidato l’incarico di predisporre le linee guida e il piano di formazione dei docenti.
Sul tema sembra comunque che il partito di maggioranza non abbia molti dubbi; secondo Frassinetti, infatti, “una valutazione chiara ed oggettiva non deve ingenerare ansia o frustrazione, ma al contrario ha una funzione educativa e formativa”.
A sostegno delle tesi enunciate durante il convegno interviene anche la senatrice di FdI Ella Bucalo: “La scuola non punisce e non sanziona. La scuola valuta ed ha il compito fondamentale, oltre che di trasmettere istruzione, di affiancare i giovani nella loro crescita personale preparandoli ad affrontare ostacoli ed esperienze, anche critiche, che la vita presenta loro. Il voto è resta lo strumento più chiaro per esprimere una valutazione sul rendimento dell’alunno ed assume tanto più valore nella misura in cui esso non è attribuito in maniera asettica bensì è accompagnato da un giudizio che spiega in maniera chiara i punti di forza o le criticità che lo hanno determinato.”
I primi commenti che si leggono nei social sembrano a favore della proposta di FdI. Le frasi più frequenti hanno quasi tutte le stesso tenore: “Finalmente si chiude con il buonismo donmilaniano e con i disastri fatti dai sessantottini diventati insegnanti”.
Si tratta ora di capire se Bucalo e Frassinetti intendano fermarsi qui o se vogliano mettere mano anche alla revisione dei compiti dell’Invalsi (chiudendo magari l’Istituto in modo da risparmiare soldi) come avevano annunciato durante la campagna elettorale di poco più di un anno fa.
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