“La valutazione formativa è l’unica che ha legittimità costituzionale”, le regole nella primaria “stanno in piedi da soli tre anni” e non vanno cambiate. A dirlo alla Tecnica della Scuola è Anna D’Auria, del Movimento di Cooperazione Educativa, portando le posizioni di una rete di associazioni (Aimc, Andiscemea, Cgd, Cidi, Flc Cgil, Legambiente, Mce, Proteo fare sapere, Uciim) contrarie alla riforma legislativa del Governo che vuole fare decadere il giudizio descrittivo nella scuola primaria: la novità è contenuta in un emendamento presentato dal Governo nella seduta della Commissione Cultura e istruzione del Senato il 7 febbraio scorso, nel corso dell’esame del DDL relativo al voto in condotta.
A margine della conferenza stampa organizzata il 27 febbraio alla Camera dagli organismi contrari a questa proposta legislativa, D’Auria è stata categorica: “L’unica valutazione che ha legittimità costituzionale è quella formativa, perché è rivolta a osservare il processo d’apprendimento per poterlo migliorare e non si focalizza sul risultato per potere classificare nella classe chi sa e chi non sa: non è questo il compito della scuola pubblica della Costituzione”.
È forte il monito lanciato dalla rete di associazioni dei genitori, di dirigenti e sindacali: “sono loro le protagoniste della scuola, quelle che abitano la scuola”, ha sottolineato D’Auria auspicando che vadano ascoltati dalle istituzioni.
Secondo la rappresentante dell’Mce alla base dell’appello c’è “un motivo strettamente pedagogico: perché l’ordinanza ministeriale 172/2020, ha superato la produzione dei voti numerici per far sì che gli insegnanti possano avere spazi e strumenti per una valutazione formativa” che guardi “all’individuazione degli obiettivi d’apprendimento che poi danno luogo ai livelli, con la possibilità di una valutazione descrittivo-qualitativa più ampia”.
D’Auria ha aggiunto che “il giudizio sintetico, espresso con la dicitura ‘sufficiente’ – con il ministro Giuseppe “Valditara che ha anche chiesto che venisse introdotto il ‘gravemente insufficiente’ – ha un valore pedagogico assolutamente non giusto: è molto diverso dire a un bambino di prima elementare e alla sua famiglia, al termine del primo quadrimestre, ad esempio, ‘sei in via di acquisizione rispetto agli obiettivi di apprendimento che abbiamo fissato’, piuttosto che dirgli ‘sei gravemente insufficiente’”.
L’esponente di Mce ha infine tenuto a dire, sempre ai nostri microfoni, che quella attuale, descrittiva, “è una valutazione utile a servire ad autoregolare il processo di insegnamento-apprendimento, perché si basa su un’ordinanza ministeriale che prevede dei passaggi positivi che sono dall’individuazione degli obiettivi di apprendimento alla raccolta delle evidenze in relazione alle dimensioni dell’apprendimento”.
Cosa hanno intenzione di fare associazioni e organismi contrari alla riforma della valutazione alla primaria, se l’emendamento dovesse essere approvato? “Se dovesse andare avanti l’emendamento – risponde D’Auria – noi continueremo il nostro lavoro di formazione e di accompagnamento degli insegnanti, per costruire percorsi di valutazione formativa delle scuole, in quanto comunque le decisioni andranno a cadere unicamente sul momento certificativo”.
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