Merita una riflessione il contenuto della lettera inviata dalla Uil Scuola ai vertici del Miur per sottolineare la scarsa uniformità di valutazione degli apprendimenti che, quasi sempre a seguito delle diverse indicazioni provenienti dagli Uffici scolastici regionali, gli istituti superiori adottano nel biennio della riforma Gelmini: “Se studi al liceo delle Scienze umane – scrive il sindacato guidato da Di Menna – la matematica viene valutata con un doppio voto. Se sei iscritto al liceo Classico, a parità di piani di studio e di orario, viene valutata con un unico voto. Se studi in Piemonte, in base alla decisione assunta in tale regione, al Classico per la matematica c’è un doppio voto. Se il liceo è nel Lazio, in analoga situazione, il voto è unico”.
Le incongruenze rilevate dalla Uil Scuola starebbero peraltro determinando non solo “incertezza nelle scuole” ed in particolare nei docenti – “predispongono lezioni, compiti in classe, verifiche anche in funzione di una valutazione complessiva che deve avere un quadro di riferimento certo” – , ma anche pericolose diversità sulla “certificazione delle competenze”: le attestazioni di medesimi percorsi di studio, spendibili “sul mercato del lavoro”, rischiano infatti in questo modo di contenere difformità di contenuti non giustificabili. Quello del sindacato confederale appare, in realtà, un richiamo ad accelerare i tempo.
Già lo scorso anno, ricorda la Uil Scuola, “a novembre, il ministero aveva diramato una circolare che ragionevolmente nell’anno di esordio del riordino, suggeriva di lasciare le cose com’erano prima della riforma, rinviando ad una nota successiva per indicazioni certe. Quest’anno, a lezioni già iniziate, è urgente che ciò avvenga”. D’altronde, prosegue la Uil Scuola, la piena definizione dei decreti di riforma richiede solo la definizione delle classi di concorso, questione che non ha alcun riferimento con questi problemi di valutazione. Sarebbe quindi ragionevole intervenire in tempi rapidi. Per la Uil Scuola serve un definitivo intervento di chiarimento, perché “alle scuole vanno dati riferimenti chiari e omogenei”.
In caso contrario, se dovesse perdurare la strada del “fai da te”, rendendo inutile l’appello, si rischierebbe di compromettere sul nascere quel rinnovato percorso di valutazione di apprendimenti e competenze su cui il ministro Gelmini ha detto più volte di essere una delle priorità del suo mandato.
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