L’Adi esamina positivamente il Decreto Legislativo di attuazione dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera i), della legge 13 luglio 2015, n. 107, concernente valutazione, certificazione delle competenze ed esami di stato.
Scrive infatti l’Associazione dei docenti che il testo in preparazione sembra presentare diversi punti interessanti e positivi che potrebbero accogliere il consenso degli insegnanti.
Queste le novità segnalate dalla stessa Adi e che riportiamo come spunto di dibattito ai nostri lettori
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Primo Ciclo
1 La scala numerica da 1 a 10, ripristinata dal ministro Gelmini, viene sostituita da una scala a 5 livelli espressa in lettere A-B-C-D-E, di cui le ultime due evidenziano livelli non soddisfacenti. Le lettere non dovrebbero essere usate come voti ma come descrizione dei livelli di apprendimento sulla base di indicatori nazionali. L’uso delle cinque lettere si lega ad uno standard internazionale che mira a limitare il numero di classificazioni.
2 Si abolisce la possibilità giuridica di bocciatura nella primaria, come è avvenuto in questi decenni nella maggioranza dei Paesi europei, e viene limitata a casi eccezionali la possibilità nella secondaria di 1° grado. L’abolizione della ripetenza non solo prende finalmente atto che questa pratica non migliora gli apprendimenti, ma soprattutto, in fasce così delicate di età, mette in evidenza la responsabilità del sistema di intervenire tempestivamente con tutti i necessari strumenti per colmare le lacune. Non si tratta dunque di forme di “lassismo”, anche perché le valutazioni negative devono essere comunque comunicate in modo chiaro e trasparente e si potrà promuovere ed ammettere agli esami anche con la evidenziazione delle carenze (livello D ed E): finalmente un bando all’ipocrisia di doverle nascondere sotto sufficienze fittizie per poter decretare la promozione. Questa chiarezza è, ad avviso di ADi, importante non solo e non tanto per dare ad alunni e famiglie consapevolezza dei risultati conseguiti, quanto piuttosto per chiamare la scuola a rendere conto in modo trasparente degli effettivi traguardi raggiunti e a mettere in atto adeguate misure di miglioramento. Una scuola che misura solo il processo e non il risultato in realtà diventa strumento essa stessa di disequità sociale.
3 Prove INVALSI. Le prove non si svolgono più durante, ma prima dell’Esame di fine ciclo primario e l’esito della prova non concorre più a determinare l’esito finale dell’esame, ma viene riportato nel diploma o nella attestazione delle competenze. La partecipazione alle prove Invalsi diventa requisito di ammissione all’Esame. Si introduce, finalmente, l’obbligo per i docenti di somministrare le prove Invalsi per superare eventuali boicottaggi. La soluzione complessivamente proposta appare, a giudizio di ADi, migliorativa rispetto all’esistente, nell’approdo a un punto di equilibrio fra una prova che genera punteggio ( come è ora nell’esame finale del 1° ciclo) e una prova emarginata ed ininfluente.
4 Esame di stato. Le prove ( ora 6 prove scritte + colloquio) vengono ridotte a 2 prove scritte ( ambito linguistico e ambito logico matematico)+ colloquio
Secondo ciclo
1 Purtroppo non si mette mano alla valutazione degli apprendimenti, creando un’incomprensibile discrasia tra la valutazione in lettere del 1° ciclo e il mantenimento della valutazione in scala numerica del 2° ciclo. Né si rende coerente il modello di certificazione delle competenze del primo ciclo con quello di fine obbligo. La motivazione pare debba ricercarsi nel fatto che i principi in delega interpretati alla lettera non consentono di procedere a questi interventi nel 2° ciclo e vengono eventualmente rimandati ad un secondo intervento.
2 Le prove INVALSI. Oggi le prove Invalsi di italiano e matematica si svolgono solo al 2° anno della scuola secondaria di secondo grado; il decreto prevede prove Invalsi al 5° anno in italiano, matematica e inglese. I risultati delle prove non contribuiranno al punteggio dell’esame di stato, ma la partecipazione alle prove diventerà, come nel 1° ciclo, requisito di ammissione all’Esame. Le prove saranno computer based e adattive, cioè ordinate per difficoltà senza separazione a priori fra gli indirizzi. Le prove Invalsi avranno una valenza esterna e orientativa: le Università potranno tenerne conto per l’accesso ai percorsi accademici.
3 L’esame di stato. Oggi l’Esame di Stato del secondo ciclo è articolato in 3 prove scritte (prova di italiano nazionale, seconda prova d’indirizzo nazionale, terza prova, elaborata dalla commissione) + colloquio multidisciplinare. La proposta del decreto prevede due prove scritte nazionali ( la prima accerta la padronanza della lingua italiana, la seconda ha ad oggetto una delle discipline caratterizzanti l’indirizzo di studi) + colloquio. Lo svolgimento delle attività di alternanza scuola-lavoro è requisito di ammissione all’esame. Ancora incerta la composizione della commissione d’esame.
A conclusione dell’incontro il parere espresso dalle Associazioni è stato complessivamente positivo. La speranza è che si rispettino i tempi della delega.
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