L’iter del disegno di legge che introduce modifiche alle norme sulla valutazione del comportamento degli alunni della scuola secondaria e a quelle sulla valutazione nella primaria sta subendo un rallentamento.
Nulla di grave perché, almeno per ora, non è in discussione l’approvazione del provvedimento ma resta il fatto che i tempi si stanno allungando.
E, se si pensa che nel giugno scorso, il Ministro e altri esponenti della maggioranza ne parlavano come di cosa fatta che sarebbe entrata in vigore già con questo anno scolastico, si comprende che qualche problema esiste.
Nella giornata del 6 marzo la Commissione Cultura del Senato che sta esaminando il ddl ha deciso di modificare la procedura: d’ora innanzi si lavorerà non più in sede redigente, come è stato fatto finora, ma si interverrà in sede referente.
Non si tratta di differenza da poco perché la procedura in sede redigente prevede che la Commissione esamini ed approvi il provvedimento articolo per articolo lasciando all’aula solamente il voto finale sull’intero disegno di legge senza la possibilità di presentare ulteriori emendamenti.
L’esame in sede referente, invece, prevede che, al termine dei propri lavori, la Commissione trasmetta il provvedimento all’aula che però può ancora intervenire con modifiche e correzioni.
La richiesta di cambiare le modalità dell’esame è arrivata dalle opposizioni: “L’obiettivo – spiega Irene Manzi, deputata del PD e responsabile scuola per il suo partito – è proprio quello di poter discutere gli emendamenti anche in aula e non solo in Commissione”.
Questo significa che tempi si allungheranno e non è da escludere che a pesare su questa decisione ci sia anche un calcolo politico: in una situazione in cui i rapporti interni alla maggioranza non sono propriamente idilliaci è anche possibile ci sia l’idea di andare in là con i tempi in modo da rendere sempre più difficile e complicata l’approvazione del provvedimento.
Per quanto riguarda la valutazione del comportamento degli studenti della scuola primaria, il ddl prevede che il giudizio sintetico venga espresso collegialmente dai docenti e riportato nel documento di valutazione. Per gli studenti della scuola secondaria di primo grado, la valutazione del comportamento sarà espressa in decimi.
Viene introdotto il comma 2-bis all’articolo 6 del decreto, stabilendo che se la valutazione del comportamento è inferiore a sei decimi, il consiglio di classe può deliberare la non ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato conclusivo del percorso di studi.
All’articolo 13, vengono apportate modifiche riguardo alla valutazione del comportamento degli studenti nella scuola secondaria di primo grado. Se la valutazione del comportamento è pari a sei decimi, il consiglio di classe assegna un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale da trattare nell’esame conclusivo del secondo ciclo. Se la valutazione del comportamento è inferiore a sei decimi, il consiglio di classe delibera la non ammissione all’esame di Stato conclusivo del percorso di studi.
Viene introdotto il comma 2-bis all’articolo 15, stabilendo che il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzione del credito scolastico può essere attribuito se il voto di comportamento è pari o superiore a nove decimi.
Nelle intenzioni del Governo, le norme sono finalizzate anche a ripristinare la cultura del rispetto, affermare l’autorevolezza dei docenti e promuovere la responsabilità degli studenti.
Tale revisione avverrà attraverso uno o più regolamenti che dovranno essere adottati entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge.
Come abbiamo più volte detto, il Governo ha già presentato un importante emendamento con il quale si modificano le norme in materia di valutazione nella scuola primaria che sono oggi regolate dalla OM 172 del 2020.
Secondo tale emendamento, a partire dal 2024/25, la valutazione degli apprendimenti degli studenti delle scuole primarie dovrà essere espressa con giudizi sintetici correlati ai livelli di apprendimento raggiunti.
Lo stesso emendamento stabilisce che nella scuola secondaria dovrà essere usata la votazione in decimi per la valutazione periodica e finale degli apprendimenti degli studenti.
Un ulteriore emendamento proposto negli ultimi giorni dal Governo prevede che la sentenza di condanna per reati commessi contro dirigenti scolastici o membri del personale scolastico comporti l’ordinamento, oltre al possibile risarcimento dei danni, del pagamento di una somma pecuniaria da 500 a 10.000 euro a favore dell’istituzione scolastica di appartenenza della vittima.
La sospensione condizionale della pena è condizionata al pagamento della somma stabilita a titolo di riparazione pecuniaria, mentre la vittima conserva il diritto di richiedere un risarcimento danni.
In ogni caso la Commissione Cultura del Senato riprenderà l’esame del disegno di legge la prossima settimana.