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Valutazione del comportamento degli studenti: protesta l’Associazione Genitori, ma le nuove regole non entreranno in vigore a settembre

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Sul disegno di legge in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti interviene in queste ore l’Associazione Genitori.
La presidente nazionale Claudia Di Pasquale evidenzia i tre punti principali del DDL: il valore sanzionatorio del voto in condotta, le sanzioni pecuniarie per i reati contro il personale scolastico e l’introduzione del metodo Montessori nella scuola secondaria di primo grado.

Di Pasquale accoglie con favore l’innovazione montessoriana, ma sottolinea la necessità di riflettere seriamente sugli altri due punti. La Presidente A.Ge. riconosce infatti la necessità di affrontare i recenti episodi di cronaca nelle scuole con misure adeguate, ma insiste sull’importanza di prevenzione e rieducazione, coinvolgendo le associazioni e le realtà del Terzo settore.
La sua esperienza le insegna che l’esempio e l’educazione preventiva sono più efficaci delle punizioni, soprattutto per i giovani.

Un altro punto critico riguarda la formazione dei genitori.
Di Pasquale ritiene che la reazione violenta dei genitori spesso derivi dalla mancanza di comprensione e di comunicazione e propone programmi di formazione per genitori, simili a quelli offerti da A.Ge. da decenni, per promuovere consapevolezza e coinvolgimento.

La Presidente critica anche l’esclusione dei rappresentanti di classe dai procedimenti sanzionatori, una pratica che, sebbene giustificata dall’abrogazione del comma 9, art. 5 del Testo Unico, ignora le disposizioni dello Statuto delle studentesse e degli studenti e la giurisprudenza amministrativa.

Stefano Maria Tombesi, presidente del Consiglio d’istituto e membro dell’Organo di garanzia presso l’Ufficio scolastico regionale per le Marche, spiega che il ddl rischia di entrare in conflitto con la normativa sulle sanzioni disciplinari. Il DDL prevede infatti che un voto di condotta inferiore o pari a 6/10 comporti sanzioni specifiche: bocciatura o un elaborato critico su cittadinanza attiva e solidale. Tuttavia, non è chiaro chi sia competente per irrogare tali sanzioni, anche se sembrerebbe compito del consiglio di classe nella sua componente allargata ai rappresentanti eletti. La normativa vigente richiede un procedimento disciplinare formale, in linea con la legge 241/90, che garantisca il diritto di difesa e di accesso agli atti. Inoltre, i regolamenti di istituto devono specificare quali comportamenti possono portare a tali sanzioni.

Tombesi avverte che una sanzione grave come la bocciatura per motivi disciplinari dovrebbe essere competenza del Consiglio d’istituto, secondo il DPR 249/98. Sarà importante vedere come le future modifiche e i decreti attuativi affronteranno queste questioni.

Le osservazioni dell’ A.Ge. sono certamente interessanti ma rischiano di essere concretamente poco utili, almeno nell’immediato in quanto – come abbiamo già più volte scritto – il ddl potrebbe essere approvato nelle prossime settimane ma, per essere applicato concretamente, avrà bisogno di un apposito regolamento per il quale io Governo avrà 180 giorni di tempo.
A conti fatti il regolamento non potrà entrare in vigore con l’avvio del prossimo anno scolastico.
E questa, forse, è anche la ragione per cui, da un po’ di tempo a questa parte, il ministro Valditara parla poco delle nuove regole sulla valutazione del comportamento, tema che, fino ad alcuni mesi addietro, ritornava in quasi tutti i suoi interventi.