La valutazione del rischio sismico è un’attività che riguarda differenti contesti; si sente quindi parlare di valutazione del rischio sismico delle scuole, di valutazione del rischio sismico degli edifici e di valutazione di rischio sismico nei luoghi di lavoro.
Il rischio sismico è dato dalla “combinazione” di due elementi base:
R = P*V
- La pericolosità sismica P (definita anche sismicità del luogo) è costituita dalla probabilità che si verifichino terremoti di una data entità, in una data zona ed in un prefissato intervallo di tempo.
- La vulnerabilità sismica V misura la predisposizione di una costruzione a subire danni per effetto di un sisma di prefissata entità.
È quindi chiaro che, anche in presenza di una bassa pericolosità P, elevati valori della vulnerabilità V possono portare ad un livello di rischio R significativo, e comunque non nullo.
E questo è quanto può accadere anche in zone a bassa sismicità dove si possono avere strutture sensibili all’input sismico (perché legalmente non realizzate nel contemplando tale azione) e con presenza significativa di persone.