Ancora novità sulla questione della valutazione delle scuole e degli insegnanti: nel maxiemendamento al “decreto milleproroghe” approvato in questi giorni al Senato sono contenute alcune norme finalizzate proprio alla definizione del sistema nazionale di valutazione.
Innanzitutto si stabilisce che entro 60 giorni dalla approvazione della legge (nelle prossime settimane il provvedimento dovrà essere esaminato dalla Camera) il Governo dovrà emanare un apposito regolamento per la riorganizzazione della funzione ispettiva “secondo parametri che ne assicurino l’autonomia e l’indipendenza, finalizzata alla valutazione esterna della scuola, da effettuare periodicamente, secondo modalità e protocolli standard definiti dallo stesso regolamento”.
Un secondo regolamento dovrà individuare il sistema nazionale di valutazione definendone l’apparato che si articola a sua volta: nell’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (Indire), nell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione (Invalsi) e nel corpo ispettivo.
L’emendamento chiarisce anche che compito degli ispettori sarà proprio quello di “valutare le scuole e i dirigenti scolastici secondo quanto previsto dal decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150”.
Difficile capire se davvero a questa enunciazione di principi potranno seguire fatti concreti. Intanto bisogna considerare che in uno dei commi dell’emendamento si chiarisce che la riorganizzazione del corpo ispettivo non potrà in ogni caso comportare aumenti di spesa.
E poi non bisogna dimenticare che gli ispettori sono di fatto molto pochi (in alcune regioni anche molto estese si contano addirittura sulle dita di una mano); è pur vero che c’è un concorso avviato, ma difficilmente i vincitori potranno assumere servizio prima del 2013.
Le nuove norme hanno un po’ il sapore delle “grida manzoniane” di buona memoria: enunciano principi molto alti ma non forniscono nessuna indicazione su come gli obiettivi potranno essere raggiunti.
Salvo complicazioni di carattere politico, il decreto mille proroghe dovrebbe essere approvato definitivamente entro la fine di febbraio; quindi entro la fine di aprile dovrebbe esserci i regolamenti applicativi. Fra tre mesi al massimo dovremmo sapere qualcosa di più su come il Ministro Gelmini intende affrontare nel concreto un problema complesso al quale nessun altro ministro è riuscito finora a dare soluzione.
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