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Valutazione di sistema: molte parole, pochi fatti

Il sistema scolastico dovrebbe avere dai Governi lo stesso trattamento che viene riservato ai ponti i quali “sono costruiti al servizio della collettività con le tecnologie più avanzate del momento e non per essere abbattuti ad ogni elezione”: lo sostengono Daniele Checchi , Andrea Ichino e  Giorgio Vittadini, tre docenti universitari ai quali l’Invalsi ha dato incarico di mettere a punto il piano di fattibilità per la realizzazione di un sistema nazionale di valutazione così come previsto dalle direttive 74 e 75.
Il documento dei tre esperti rappresenta un chiaro modello di intervento in cui vengono elencate le condizioni imprescindibili per ottenere i risultati attesi.
Uno dei pilastri della proposta è la predisposizione di un’anagrafe scolastica nazionale che “segua nel tempo tutti gli studenti consentendo di abbinare la loro performance alle caratteristiche delle scuole frequentate e degli insegnanti incontrati, nonché a dati di fonte amministrativa sulle caratteristiche demografiche ed economiche delle loro famiglie”.
“Senza un’anagrafe con queste caratteristiche – spiegano i tre esperti – non è possibile ricostruire al meglio le condizioni ambientali e familiari in cui crescono e maturano gli studenti, al fine di scorporare la componente dei loro risultati scolastici attribuibile all’ambiente dalle componenti attribuibili invece agli studenti stessi, alle scuole e ai singoli insegnanti”.
Soprattutto, bisognerà dare a tutti gli operatori della scuola il tempo necessario per conoscere il sistema di valutazione, apprezzarne l’affidabilità e quindi accettarne le conseguenze.
Nel lungo periodo, inoltre, i risultati delle misurazioni dovranno essere utilizzati per costruire un sistema di incentivi che guidi le scuole ad organizzarsi per migliorare l’apprendimento dei loro studenti.
“Ma – avvertono Checchi, Ichino e Vittadelli – sarebbe un grave errore avere fretta nel compiere questo passo. La teoria economica della gestione delle risorse umane insegna che i sistemi di incentivazione vanno studiati con cura e ben sperimentati prima di essere utilizzati in larga scala”.
E ci sono anche problemi di natura pratica.
Per esempio quello dei rilevatori, che non potranno essere insegnanti della scuola stessa; i tre esperti suggeriscono anzi di istituire un albo nazionale analogo a quello che viene utilizzato per selezionare i presidenti dei seggi elettorali (e da remunerare con adeguato gettone di presenza).
Il sistema avrà dunque costi significativi: si va da un minimo di 31 milioni ad una massimo di 81, a seconda delle soluzioni tecniche adottate.
Senza dimenticare anche gli aspetti normativi e contrattuali riferiti al personale: per poter davvero rispondere dei risultati le scuole dovranno poter avere voce in capitolo in materia di reclutamento e rimozione non solo dei dirigenti scolastici, ma anche dei docenti.
Come dire che il progetto dell’Invalsi incontrerà molti ostacoli per poter essere preso in considerazione.

Reginaldo Palermo

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