
Dopo 25 anni, dice il ministro Giuseppe Valditara, prende finalmente avvio la procedura per la valutazione dei dirigenti scolastici.
Ma l’iniziativa non sta entusiasmando il mondo della scuola, tutt’altro.
Le critiche sono arrivate già nei giorni scorsi dal CSPI che ha espresso parere negativo.
Adesso c’è anche una presa di posizione di Cisl Scuola che segnala come nel provvedimento definitivo siano state introdotte alcune modifiche.
“In particolare – scrive il sindacato guidato da Ivana Barbacci – sono state previste misure di accompagnamento e momenti di formazione e confronto finalizzati al miglioramento professionale dei dirigenti scolastici e la modifica di alcune tempistiche”.
Le critiche maggiori arrivano però dalla tempistica: “Il Sistema – si legge nel comunicato sindacale – sarà avviato già in questo anno scolastico, senza tuttavia l’assegnazione degli obiettivi di rilevanza regionale che saranno introdotti a partire dal 2025/2026”.
Osserva ancora Cisl Scuola: “Sono però rimasti irrisolti i nodi fondamentali che avevamo evidenziato e cioè la mancanza di una valutazione di prima istanza nell’apprezzamento dei comportamenti professionali e organizzativi dei dirigenti scolastici e il peso attribuito alla valutazione dei direttori regionali. Il punteggio da loro assegnato sarà condizione indispensabile per accedere alla fascia alta di valutazione. I due elementi sommati insieme possono determinare non poche criticità, soprattutto nelle Regioni con un più alto numero di autonomie scolastiche”.
Ma quello che più meraviglia – conclude Cisl Scuola – è il tenore della dichiarazione con la quale sul sito del MIM si annuncia l’emanazione del decreto: “Costruiamo un sistema più efficiente”, così è titolata la dichiarazione del Ministro.
“Come se al centro del traballante funzionamento del sistema scolastico – commenta il sindacato di Barbacci – vi fosse l’inefficienza dei dirigenti. Singolare affermazione, se si guarda all’impossibilità di reperire supplenti in diverse Regioni, al numero di docenti precari e a quanti sono privi del titolo di specializzazione per il sostegno e tuttavia sono assegnati a classi con alunni con disabilità, alle innumerevoli difficoltà gestionali con la mancata erogazione dei fondi PNRR e alle emergenze continue che i dirigenti scolastici sono quotidianamente costretti ad affrontare, ai rinvii senza fine nell’applicazione della normativa per la sicurezza degli edifici”.
Va infine osservato che non sono chiari i motivi per cui il Ministro abbia deciso di avviare la procedura ad anno scolastico ormai ampiamente avviato: visto che il provvedimento era atteso da 25 anni, una ulteriore attesa di mesi, in modo da partire con il prossimo anno scolastico non avrebbe potuto creare peggiorare in modo significativo i danni dei ritardi accumulatisi in un quarto di secolo (periodo in cui, vale la pena ricordarlo, si sono avvicendati Ministri e Governi di ogni colore politico).