Si è svolto lo scorso 20 novembre al Ministero dell’Istruzione e del Merito l’incontro di informazione e di apertura del confronto sul nuovo sistema di valutazione dei dirigenti scolastici, confronto per la cui prosecuzione è già stata fissata la data del 25 novembre. Lo riporta Cisl Scuola.
Gli aspetti salienti della nuova proposta
L’urgenza di definire modalità di valutazione professionale dei dirigenti deriva dalla posizione assunta da Funzione pubblica, che non consentirebbe più l’erogazione della retribuzione di risultato in assenza di un sistema di valutazione.
L’apprezzamento dell’operato professionale dei dirigenti scolastici dovrà dunque avvenire “in ordine ai risultati, che sono valutati tenuto conto della specificità delle funzioni e sulla base degli strumenti e dei dati a disposizione del sistema informativo del Ministero dell’istruzione e del merito nonché del Sistema nazionale di valutazione dei risultati dei dirigenti scolastici, adottato con decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, che stabilisce gli indirizzi per la definizione degli obiettivi strategici volti ad assicurare il buon andamento dell’azione dirigenziale e individua i soggetti che intervengono nella procedura di valutazione, in coerenza con la direttiva generale del Ministro dell’istruzione e del merito”.
Durante l’incontro l’Amministrazione ha illustrato gli aspetti salienti della proposta relativa al nuovo sistema di valutazione, che prevede tre fasce di risultato e una di mancato raggiungimento degli obiettivi.
I punteggi, (max 100 punti), derivano da evidenze riportate in una specifica piattaforma nella quale confluiscono dati del sistema informativo. Però la valutazione in base al conseguimento degli obiettivi consente di ottenere al massimo 80 punti, mentre altri 20 punti sono comunque rimessi all’apprezzamento del direttore regionale, sulla base di una rubrica riferita a quattro criteri orientati a “fotografare” il comportamento professionale ed organizzativo del dirigente scolastico.
È previsto un Organismo di garanzia composto da uno dei due Direttori di dipartimento e da due direttori generali USR, assicurando annualmente la rotazione dei componenti. Nella proposta presentata dall’Amministrazione sono altresì indicate le procedure di eventuale conciliazione, la tempistica da adottare già da quest’anno scolastico e le modalità di valutazione per i dirigenti scolastici in particolari posizioni di stato.
Le richieste dei sindacati
La CISL Scuola ha comunque sottolineato che la valutazione, per quanto monocratica e rimessa direttamente al superiore gerarchico, non può avere tratti di discrezionalità, ma deve basarsi esclusivamente su dati ed evidenze. Il sindacato ha anche chiesto che l’Organismo di garanzia preveda la presenza della componente professionale giudicata, dunque di un dirigente scolastico.
Critica la Flc Cgil: “Nel nostro intervento abbiamo espresso un giudizio fortemente critico. Nel nostro intervento abbiamo espresso un giudizio fortemente critico sulle modifiche apportate dal decreto legge 71/2024 all’art. 25 del D.lvo 165 perché hanno attribuito al Ministro dell’Istruzione il potere di definire un Sistema nazionale di valutazione dei risultati dei dirigenti scolastici coerente con la Direttiva generale per l’azione amministrativa e la gestione, un atto di natura politica che definisce le priorità strategiche verso le quali deve essere orientata l’attività aministrativa e assegna gli obiettivi ai titolari dei centri di responsabilità amministrativa del ministero. (CRA). Con le modifiche previste dal decreto legge sono stati eliminati i nuclei di valutazione che garantivano la collegialità della valutazione. I dirigenti scolastici vengono dunque assimilati ai titolari dei centri di responsabilità amministrativa e ai dirigenti degli uffici dell’amministrazione ai quali si applica il sistema di misurazione e valutazione della performance, non previsto per il personale scolastico”.
“Il dirigente scolastico, a cui spettano autonomi poteri di direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane, ha il compito di assicurare la qualità dei processi formativi, l’esercizio della libertà di insegnamento, l’esercizio della libertà di scelta delle famiglie, l’attuazione del diritto allo studio.
Attraverso un sistema di valutazione che prevede l’individuazione degli obiettivi da parte dei capi dipartimento, cancella la terzietà e l’indipendenza dei nuclei di valutazione, rimette nelle mani dei direttori regionali la totale discrezionalità di una parte della valutazione, utilizzata come uno strumento di controllo del loro operato, i dirigenti scolastici da garanti dell’autonomia scolastica diventano garanti dell’attuazione di disposizioni impartite dall’alto.
Abbiamo perciò chiesto di apportare alla procedura modifiche che ne garantiscano l’oggettività, la collegialità e la trasparenza, eliminino ogni discrezionalità da parte dei direttori degli USR e tutelino i dirigenti scolastici attraverso la costituzione di organismi di garanzia indipendenti, di cui facciano parte anche dirigenti scolastici in servizio nelle scuole. Ci riserviamo un’analisi più puntuale delle singole fasi della procedura nel prossimo incontro del 25 novembre in cui saranno esaminati nello specifico gli obiettivi da assegnare ai dirigenti”, così il sindacato guidato da Gianna Fracassi.