In occasione della Giornata mondiale del docente che cade oggi, 5 ottobre, il portale Skuola.net, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Presidi di Roma e del Lazio ha sottoposto un sondaggio a un campione di 5.650 ragazze e
ragazzi di scuole medie e superiori proposito di una possibile valutazione dei docenti, tema su cui negli ultimi mesi si è discusso a lungo.
Secondo quanto emerso dall’indagine, gli alunni vorrebbero fortemente vedere i propri insegnanti sottoposti a valutazione, proprio come avviene per loro. Ben 8 studenti su 10 sono d’accordo con l’istituzione di una vera e propria pagella per gli insegnanti, redatta periodicamente.
Ma, sempre se ciò avvenisse, chi dovrebbe essere incaricato a compilarla? Chi dovrebbe avere questa responsabilità? Il dirigente? Gli stessi alunni? I genitori? Esterni? Si tratta di un nodo non facile da sciogliere. Secondo il 59% dei giovani intervistati che si dicono favorevoli alla valutazione per i docenti, questa relazione dovrebbe essere redatta esclusivamente dagli alunni stessi.
Altri, invece, credono che sarebbe necessario il supporto di occhi più esperti: il 19% si farebbe affiancare dai genitori, il 15% affiderebbe il compito a degli ispettori del Ministero dell’Istruzione, il 3% chiamerebbe in ballo insegnanti di altre scuole o istituti di ricerca specializzati.
Ma poi, nello specifico, cosa valutare? Si parla di preparazione, empatia, aggiornamento. Al primo posto – indicati da circa 8 alunni su 10 – dovrebbero rientrare nella “pagella” sia un giudizio sulla capacità di “motivare e valorizzare” i ragazzi sia uno sulla capacità di “comunicazione e coinvolgimento”. A seguire, emerge la necessità di rilevare la “competenza nella materia insegnata” e il livello di “ascolto e attenzione” verso gli studenti (tra le priorità per 7 intervistati su 10). Per gli studenti i docenti non devono essere preparati solo dal punto di vista nozionistico; devono anche essere in possesso di soft skills particolari che possano instillare in loro passione.
Molto sentita risulta essere la valutazione del grado di “imparzialità” nell’assegnazione dei voti (messa nella lista dal 57%) e quella sulla “originalità e apertura alle novità” (menzionata dal 51%).
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