È sicuramente la valutazione dei prof, con bonus del merito annesso, introdotto dalla Legge 107/15 uno dei maggiori motivi di protesta contro il Governo.
Lo sa bene il premier. Che domenica 20 novembre, attraverso un video su Fanpage.it, ha ricordato la circostanza: “sulla valutazione – ha detto Renzi – abbiamo individuato una soluzione sui primi 200 milioni di euro che ha fatto arrabbiare tante persone”.
Per il capo di Governo, però, il cruccio non è l’aver approvato la noma sul merito: la nuova linea, che prevede l’assegnazione di una quota premiale ad una cerchia di docenti, non si discute. Si poteva, ma forse si può ancora, anche attraverso le leggi delega, andando a mettere mano ai criteri di scelta dei docenti più meritevoli.
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Criteri che, però, ricordiamo, sono stabiliti da ogni istituto, attraverso le decisioni e le priorità indicate dalla commissione nominata da organi collegiali, oltre che dal dirigente scolastico.
“Personalmente – ha sottolineato il presidente del Consiglio – penso che si può discutere dei criteri per decidere la valutazione, ma non impedire che si valutino i professori: quelli più bravi devono prendere di più, quelli meno bravi devono prendere di meno”.
Renzi ha anche parlato del bonus da 500 euro ai diciottenni: questa assegnazione “è un benvenuto nella comunità degli adulti, investendo in cultura, libri, teatro. È la nostra identità e una delle idee più importanti di questo governo. C’è una registrazione digitale e oltre 40mila persone che nei primi dieci giorni hanno già fatto la registrazione e un sistema che permette ai giovani di essere orgogliosi cittadini dell’Europa oltre che di questo Paese”. Si poteva fare diversamente? “È la prima volta che si fa”, taglia corto Renzi.
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