“Insegnanti esclusi, segreterie delle scuole in rivolta e dirigenti scolastici in stato di agitazione: è anche questo il risultato di mesi di disposizioni incomplete e talvolta contraddittorie. Una rincorsa alla procedura, alla nomina purché si faccia pescando qua e là persino tra i dirigenti in pensione”. E’ il commento di Pino Turi, segretario nazionale Uil Scuola, in merito al sistema di valutazione della scuola italiana.
La Uil Scuola, pubblica un dossier per fare il punto della situazione in merito alla valutazione, “tracciando le tappe di un percorso incompiuto che parte dal contratto del 2003 e passa attraverso sperimentazioni attuate e poi lasciate nel dimenticatoio e tentativi realizzati con metodi tutti burocratici, con buona pace dell’Ocse che continua a chiederci come intendiamo realizzarla”, come si legge sulla nota Uil
2003 – CCNL |
Mancano le risorse per l’avvio |
2006 – CCNL |
Il vincolo dato è quello |
2013 – SNV Il sistema è fondato su tre soggetti: Miur (corpo ispettivo), Invalsi, Indire. Il dato nuovo è la previsione di una Conferenza che ne coordina le azioni. L’Italia risponde, in ritardo, alle sollecitazioni della Ue che ci chiede lumi su come valutiamo gli apprendimenti e come valorizziamo gli insegnanti.
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Avvio |
2014 –RAV |
Nascono i NIV: |
2015 – PDM |
In fase di attuazione |
2016 – Bilancio sociale |
E’ ancora da definire |
2016 – Valutazione Esterna I Nuclei esterni di valutazione (NEV) saranno formati da un ispettore e due esperti provenienti sia dalla scuola che da altri settori (per loro è previsto un breve corso di formazione che partirà il 25 febbraio). 1.050 € è il compenso per ciascun componente del Nev, per ciascuna scuola. Ogni valutatore esterno osserverà da 4 a 8scuole. Le scuole, estratte a sorte, saranno avvisate una settimana prima della visita. In Italia ci sono 51 ispettori. I dati relativi a due anni fa (i più recenti disponibili) ci dicono che in Gran Bretagna c’è un ispettore ogni 13 scuole, in Francia uno ogni 22 scuole.
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Fase programmata, Nascono i NEV:
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2016 – BONUS La legge 107 prevede uno stanziamento complessivo di 200 milioni di euro. Nelle scuole si costituiscono i comitati di valutazione che definiscono i criteri di assegnazione. Il comitato è composto da insegnanti, genitori, studenti ecomponenti esterni ( non sono previsti compensi e nessun rimborso spese per i componenti del Comitato)
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Lo prevede la legge 107/2015 In via sperimentale
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Sono ancora da chiarire: |
C’è bisogno di soluzioni |
“La valutazione del merito è stata di fatto ricondotta all’assegnazione di un bonus economico – continua il segretario generale. Una sorta di premio di fedeltà avulso da ogni principio di valutazione organica. Abbiamo misurato l’incapacità e la sottovalutazione della questione, che se non sarà ripresa con necessaria concretezza, fuori da ogni ideologia, non è difficile prevedere che sarà un ulteriore flop della legge 107. Accade così che i NIV (Nuclei interni di valutazione di una scuola, insegnanti chiamati a redigere il RAV) non sappiano minimamente che cosa andranno a decidere i NEV ( i nuclei esterni di valutazione) chiamati a valutare in qualità di osservatori che cosa fanno le scuole selezionate per la valutazione”.
Così mentre si è avviata la fase della valutazione esterna e di sistema, quella prevista dal decreto 80, prosegue Turi, si introduce e si innesta questa procedura del tutta avulsa da un sistema organico di valutazione. Come dire la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra”.
“Nulla è rimasto delle sperimentazioni fatte negli anni passati – aggiunge Turi – ad esempio il Vales. Le esperienze fatte dalle scuole che hanno partecipato sono andate perdute. Nessuno le ha monitorate, ne analizzate. Non si trova alcun riscontro di quello che doveva essere un assaggio propedeutico ad un valutazione diffusa. Così, mentre in Francia il Conseil national d’évaluation du système scolaire ha per sua caratteristica principale l’essere indipendente dal ministero, qui in Italia – precisa Turi – siamo alle prese con l’esiguo numero di ispettori di cui il sistema può disporre”.
Poi il numero uno Uil Scuola attacca la riforma della ‘buona scuola’: “Per dare seguito alla pseudo valutazione della legge 107 si assegna quindi ad una discrezionale azione del dirigente scolastico quello che dovrebbe essere il cuore del sistema. Si passa così dall’indipendenza alla dipendenza, e poi al condizionamento. Una situazione ingarbugliata e difficile che si può affrontare solo con un metodo, quello di estrema modernità della contrattazione e del confronto tra le parti che ha dato risultati in termini di decisioni nella vicenda mobilità”.
“E’ il metodo con il quale abbiamo aperto una finestra di dialogo, prosegue Turi, che ci auguriamo non venga chiusa sul nascere, sempre se si vuole fare funzionare la scuola e si vogliono creare le basi vere di una valutazione che non può essere quella individuale, ma di sistema. E’ in questo quadro di insieme che va inserita, anche quella dei dirigenti scolastici”.
“Il sistema per funzionare efficacemente, conclude Pino Turi, deve motivare tutte le componenti attive di ogni singola scuola, senza dimenticarne nessuna, sia sul livello delle singole professionalità che su quelle di carattere collegiale su cui la scuola autonoma è fondata”.
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