Saranno i nuclei formati da ispettori ed esperti ad occuparsi della valutazione esterna delle scuole. Molti i dubbi legati alla scarsità delle risorse umane e finanziarie.
Fra qualche settimana, un paio di mesi al massimo, prenderà avvio nella scuola italiana una operazione completamente nuova, quasi del tutto sconosciuta: la valutazione esterna condotta dai nuclei di valutazione previsti dalla direttiva ministeriale n. 11 del settembre 2014.
Lo stesso ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha ricordato proprio oggi che l’ “ora X” della valutazione esterna delle scuole è ormai vicina.
Ma si riuscirà davvero a condurre in porto questo ambizioso progetto?
I dubbi sono tanti, soprattutto c’è l’incognita delle risorse.
I nuclei di valutazione dovranno essere coordinati da un dirigente tecnico (o ispettore, come lo si chiamava un tempo); ma i dirigenti tecnici in servizio sono attualmente molto pochi, forse persino meno di 150.
E’ vero che la legge 107 stanzia 7 milioni di euro all’anno per consentire al Miur di stipulare contratti a termine con personale idoneo a ricoprire l’incarico. Ma si tratta di una somma che potrebbe servire per assegnare 50-60 incarichi al massimo.
La direttiva n. 11/2014 prevede che ogni anno vengano sottoposti a valutazione, attraverso visite periodiche dei nuclei ispettivi, 800 scuole all’anno.
Il fatto è che le scuole italiane sono 8mila e questo significa che per valutare l’intero sistema ci vorrebbero almeno 10 anni. Fra 10 anni si potrà continuare a valutare le scuole secondo criteri definiti oggi?