Valutazione, i Cobas già all’attacco del neo-ministro

Cosa cambierà al Miur con l’avvento di Maria Chiara Carrozza, deputata del Pd nominata Ministro dal concittadino pisano Enrico Letta? Dalle prime interviste rilasciate dal nuovo responsabile del Miur si intravede la linea espressa dal suo raggruppamento politico, il Partito Democratico.
Una eventualità che non dovrebbe dispiacere a diversi addetti ai lavori. Soprattutto perché il Pd da qualche tempo sulle nuove prove di valutazione nazionali e standardizzate si è messo di traverso. Facendosi portavoce dei tanti che intravedono nelle prove unificate, con valore ufficiale probabilmente anche alla maturità, la fine dell’autonomia. Per fare spazio ad una sorta di “grande fratello”, l’amministrazione, che tirerebbe i fili della didattica. Anche una parte dei sindacati si è sempre detta contraria a questo genere di valutazioni, peraltro gestite prevalentemente dall’Invalsi. I Cobas, per esempio, hanno indetto per il terzo anno consecutivo lo sciopero proprio in corrispondenza delle prove che prenderanno il via nelle scuole a partire dal 7 maggio.
Una frenata della Carrozza su questo fronte, quindi, sarebbe da loro sicuramente molto apprezzata. Eppure, dagli stessi Cobas arrivano parole di forte perplessità nei riguardi del neo-ministro. Tanto per cominciare mettono in dubbio le sue capacità di governare un sistema complesso, probabilmente da lei non conosciuto adeguatamente: “di scuola-scuola – sostiene il leader dei comitati di base, Piero Bernocchi – delle materne, elementari, medie e superiori, delle condizioni di lavoro e di studio negli istituti, di precari e inidonei, docenti ed Ata, quanto ne sa al momento?”.
I Cobas fanno poi i loro complimenti, chiaramente ironici, al Ministro “per la rapidissima carriera politica” e le loro profonde congratulazioni per la sua biografia professionale “picomirandolesca”.
“Per stare alla stretta attualità, come si concilia la ministra robotica – chiede ancora Bernocchi – con gli indovinelli Invalsi, con il Sistema di (s)valutazione, con la scuola-quiz e la scuola-miseria, triste realtà che si apre davanti a milioni di giovani, al di fuori dei ‘fasti’ del modello Sant’Anna? E cosa ne pensa della farsa che dal 7 al 16 maggio si ripeterà nelle nostre tormentate scuole con i quiz Invalsi, divenuti metri di misura della qualità dell’istruzione?”.
Ricordando lo sciopero di tre giorni proclamato contro i test Invalsi (il 7 alle elementari, il 14 alle medie e il 16 alle superiori), Bernocchi suggerisce che si potrebbe approfittare dei due sit-in in programma davanti al Ministero il 7 e il 16 maggio per un confronto “su questi temi e sugli altri argomenti per cui lo sciopero (il primo convocato con il nuovo governo) è indetto: e cioé la restituzione a docenti ed Ata del salario rubato con il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità; l’annullamento della deportazione dei docenti ‘inidonei’ e dell’espulsione degli Ata precari; l’assunzione dei precari su tutti i posti disponibili; il rifiuto delle prove selettive per entrare a scuola e delle classi-pollaio; la restituzione nella scuola del diritto di assemblea e di contrattazione per tutti/e”.
Alessandro Giuliani

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