La notizia della imminente pubblicazione della ordinanza ministeriale sulla valutazione nella scuola primaria, con le relative Linee Guida, sta animando la discussione fra i docenti della scuola primaria e anche all’interno delle associazioni professionali.
I testi non sono ancora ufficiali e devono ancora acquisire il parere del CSPI, ma alcuni punti sono ormai chiari.
Innanzitutto è chiaro che con questo provvedimento si intende mandare definitivamente in soffitta il voto nella scuola primaria e, soprattutto, si intende ribadire la funzione squisitamente formativa della valutazione.
In questa direzione vanno per esempio la scelta di prevedere che le scuole definiscano per ciascuna disciplina gli obiettivi di apprendimento e la decisione di riferire il giudizio sintetico non alla disciplina nel suo complesso ma ai singoli obiettivi di apprendimento.
Si evita in tal modo di creare una ingiustificata equivalenza fra voto e giudizio in base a cui, per esempio, “avanzato” starebbe per 9 o 10 e “intermedio” per 8 o 7.
Molti, però, sostengono che sarà ancora possibile usare il voto nella pratica didattica quotidiana salvo poi trasformare tutto quanto in un giudizio descrittivo al momento della valutazione intermedia o finale.
“Niente affatto – chiarisce Enrico Bottero, pedagogista ed esperto di valutazione scolastica – la funzione prevalente della valutazione è quella formativa, funzione che non può essere adeguatamente realizzata attraverso il voto; inoltre, a quanto è dato di sapere, ordinanza ministeriale e linee guida andranno proprio nella direzione della valutazione formativa. Questo vuol dire che non solo il voto non dovrà e non potrà essere utilizzato ma si dovrà seguire un percorso metodologicamente corretto in modo da rendere la valutazione affidabile”.
Le linee guida mettono l’accento anche su un altro tema importante che è quello della autovalutazione.
“Se passerà questo principio – commenta ancora Bottero – sarà un grande passo avanti perché se la funzione della valutazione è l’autoregolazione degli apprendimenti non si può non coinvolgere anche l’allievo. Solo l’autovalutazione favorisce quel processo metacognitivo finalizzato a migliorare i propri apprendimenti, a correggere i propri errori, a sfidare se stessi”.
E poi, come abbiamo già detto c’è ancora un’altra novità, sempre stando alla versione delle Linee Guida che abbiamo potuto visionare: non ci sarà più una scheda di valutazione unica a livello nazionale ma ciascuna scuola potrà produrre la propria in modo che sia rispondente agli obiettivi di apprendimento individuati a livello collegiale.
“Una bella rivoluzione – conclude Bottero – ma anche un impegno importante per le scuole e per i docenti”.
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