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Valutazione per i presidi ma senza aumento

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Anche se i presidi saranno regolarmente valutati anche quest’anno, non avranno però nessun riconoscimento salariale per l’eventuale miglioramento dei risultati.

La retribuzione erogata solo sui vecchi parametri

La cosiddetta retribuzione di risultato, così come previsto, conteggiabile tra i 1.800-2mila euro annui, continuerà a essere assegnata sostanzialmente a pioggia, differenziandosi solo in base alla complessità dell’istituto diretto, e non in relazione al giudizio ottenuto.

Il lavoro dei Ds esaminato ma non valutato

In altre parole, precisa Il Sole 24 Ore, anche per il 2018 e in attesa delle trattative all’Aran, che si apriranno il prossimo 15 maggio e che dovrebbe portare a un adeguamento per l’intera categoria di circa 350/380 euro mensili da qui al 2020, il lavoro dei dirigenti scolatici sarà esaminato ma non valutato e quindi premiato.

In ballo ci sono “37 milioni di euro per il 2018, 41 milioni per il 2019 e 96 milioni per il 2020 che toccherà alla contrattazione collettiva distribuire insieme alla dote prevista a suo tempo dalla Buona scuola: 46 milioni per il 2016 e 14 milioni per il 2017 da corrispondere a titolo di retribuzione di risultato “una tantum”.

Se gli stipendi dei presidi sono fermi da circa nove anni, viene pure ricordato che è stata Stefania Giannini a firmare la direttiva che, dopo un’attesa di 15 anni, ha introdotto la valutazione per i dirigenti scolastici, allineando il nostro Paese ai principali competitor internazionali.

Il portfolio contestato

“La procedura, la stessa anche quest’anno, passa per la compilazione da parte del preside del portfolio, a cui segue l’esame da parte dei nuclei di valutazione, mentre il giudizio finale è assegnato dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale. In base alla “pagella” ottenuta dovrebbe scattare, in proporzione, la retribuzione di risultato, e in caso di due valutazioni negative si potrà cambiare mansione all’interessato”.

In ogni caso i presidi, se per un verso contestano il portfolio, vorrebbero una valutazione vera e legata alla retribuzione di risultato. “In attesa di avere risposte alla nostra protesta per le condizioni assurde in cui siamo costretti ad assumere responsabilità senza strumenti e riconoscimenti adeguati, continueremo nella mobilitazione e non compileremo il portfolio”.