Il tema della valutazione nella scuola primaria è tornato prepotentemente all’attenzione di tutti, soprattutto dopo la decisione del Governo di reintrodurre i giudizi sintetici, abolendo così la “riforma Azzolina” del 2020.
Sul tema abbiamo raccolto il parere di Daniele Novara, direttore del centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti di Piacenza, che proprio nei giorni scorsi ha promosso, insieme con il giornalista e maestro Alex Corlazzoli, un appello che sta riscuotendo molti consensi in rete.
Novara sottolinea che il vero scopo della scuola non è quello di punire gli studenti, ma di fornire loro un processo di apprendimento significativo. Pertanto, l’approccio alla valutazione dovrebbe essere orientato verso la comprensione e il miglioramento degli studenti, piuttosto che verso una semplice assegnazione di voti.
Il Ministro ha sottolineato che le “formule” attualmente in vigore, previste dalla OM 172/2020, sono poco comprensibili (in via di prima acquisizione o intermedio, per esempio), la molti osservano che la reintroduzione dei giudizi sintetici non introdurre molti elementi di chiarezza e comprensibilità.
Inoltre, l’idea che le famiglie possano essere soddisfatte di questo ritorno al passato appare discutibile, considerando che tali giudizi possono essere demotivanti e poco informativi.
Novara sottolinea poi l’importanza di un’approccio valutativo di carattere formativo, che consenta agli studenti di autovalutarsi e di progredire nel loro apprendimento. Propone l’utilizzo di strumenti come il “cassetto delle tracce”, che registra i progressi degli studenti in modo non giudicante.
Novara, infine, riflette anche sull’eredità di Danilo Dolci, sottolineando il suo impegno per un’educazione basata sull’ascolto e sull’empowerment degli studenti. Propone di adottare un’approccio maieutico alla scuola, che valorizzi le risorse degli studenti e promuova un ambiente di apprendimento inclusivo e collaborativo.