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Valutazione primaria, un modello complesso che richiede grande impegno

Ho letto con interesse l’articolo pubblicato sulla Tecnica della scuola il 18 di gennaio in cui si riportano le osservazione del Manifesto dei 500 che chiede il ritiro dell’ordinanza ministeriale n. 172 del 4 dicembre 2020 sulla valutazione periodica e finale degli apprendimenti degli alunni e delle alunne delle classi delle scuole primarie e ho fatto alcune riflessioni e a riguardo, che condivido.

L’oggetto della valutazione è il grado di raggiungimento di obiettivi di apprendimento, che devono essere riferiti alle Indicazioni nazionali e ciò garantisce la loro sostanziale uniformità.
E’ possibile che il curricolo di una scuola si discosti sostanzialmente dalle Indicazioni, ma in questo caso il problema non è determinato dal modello valutativo proposto, bensì da una scelta arbitraria dell’istituzione scolastica. L’unitarietà del sistema non è garantita da un modello valutativo comune, ma dalla fedeltà agli obiettivi previsti nelle Indicazioni nazionali, altrimenti si tratterebbe di un’uniformità puramente formale.

Il documento di valutazione non è costituito da una serie di sottovoci che confluiscono in un giudizio finale.
Il giudizio globale, che non è menzionato né nell’ordinanza, né nelle linee guida allegate, ma a cui fanno riferimento i documenti per la formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici, altro non è che il giudizio di valutazione delle competenze chiave e di cittadinanza, che viene espresso obbligatoriamente alla conclusione della scuola primaria, ma che molte scuole esprimono anche in itinere.
Non è dunque richiesto alcun giudizio sintetico relativo agli apprendimenti, la cui valutazione è, dunque, di carattere analitico. Per quanto riguarda poi le misure di accompagnamento per le famiglie, sarà compito delle scuole realizzare schede di valutazione comprensibili, nelle quali gli obiettivi siano espressi in termini semplici, con verbi che consentano di comprendere facilmente a quale azione didattica e a quale contenuto di apprendimento essi siano riferibili (contare, numerare, leggere, scrivere, esporre, ordinare, catalogare,…).

La valutazione proposta non esclude a priori la ripetenza. La normativa relativa alla valutazione della scuola primaria non abroga il decreto lgs 62/2017 che all’art. 3 co. 3 prevede la possibilità di non ammettere alla classe successiva un alunno o un’alunna solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione.
Il fatto che un alunno o un’alunna abbia raggiunto nella totalità degli obiettivi un livello “di prima acquisizione” potrebbe essere, ad esempio, considerato una motivazione valida per una ripetenza.

Non è assolutamente vero che gli obiettivi contenuti nel documento di valutazione siano tutti generici e di natura trasversale, al contrario, essendo scelti dalle scuole fra gli obiettivi essenziali del curricolo, dovranno, necessariamente, essere saldamente ancorati ai contenuti. Le linee guide prevedono che gli obiettivi siano espressi in termini operativi, contengano cioè esplicitamente l’azione riferita al processo cognitivo e il contenuto disciplinare.

Il modello valutativo proposto è complesso e richiede un notevole impegno da parte delle scuole. E’ un modello aperto, che potrà essere soggetto a modifiche in itinere per modularlo rispetto all’offerta formativa. La mia scuola, ad esempio, non è ancora riuscita ad adattare i descrittori dei livelli in funzione dell’obiettivo e per il primo anno farà uso dei descrittori standard contenuti nelle Linee guida. Si riserva, però, per il futuro, di costruire descrittori diversi che siano in relazione con l’obiettivo a cui sono riferiti.

I docenti, nella costruzione della scheda di valutazione, operano una riflessione sugli obiettivi didattici, alla ricerca delle priorità, che diventa, necessariamente, anche una riflessione sulle pratiche, che rappresenta il valore aggiunto del modello.

E’ fondamentale, infine, tenere sempre in considerazione che il modello valutativo proposto ha quale obiettivo il miglioramento, sia degli alunni, a cui offre una descrizione dei risultati ottenuti, in cui si evidenziano i loro punti di forma e i loro punti di debolezza, sia del processo di apprendimento stesso.

Nell’ambito della valutazione della scuola primaria, permangono, però, una serie di interrogativi, ai quali è necessario trovare una risposta:

  • non è chiara quale relazione stabilire fra la valutazione per obiettivi disciplinari e la valutazione delle competenze chiave e di cittadinanza e in quale modo i due documenti possano essere integrati per evitare ripetizioni e ridondanze;
  • non si comprende la ragione per cui fra i traguardi finali dell’educazione civica, siano confluiti anche traguardi comportamentali (“è consapevole che i principi di solidarietà, uguaglianza e rispetto della diversità sono i pilastri che sorreggono la convivenza civile…”, “Promuove il rispetto verso gli altri, l’ambiente e la natura”), ai quali sono riferibili obiettivi comportamentali, la cui valutazione richiede l’utilizzo di indicatori e descrittori diversi da quelli utilizzati per gli obiettivi delle discipline e ai quali è difficile adattare le quattro dimensioni individuate (autonomia, tipologia della situazione, risorse mobilitate, continuità).

Ringrazio per l’attenzione e spero che sul modello valutativo e sulla valutazione della scuola primaria in senso lato continui un dibattito, nel quale le scuole abbiano modo di confrontare diverse interpretazioni e diversi strumenti, che potrà costituire una momento di crescita per tutti noi.

Cristina Marta, dirigente scolastica IC Pavone Canavese (TO)

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