Il disegno di legge che tutela gli alunni degli asili nido e della scuola dell’infanzia non prevede solo l’installazione di sistemi fissi di video-sorveglianza, ma anche la formazione obbligatoria con valutazione di tipo psico-attitudinale del personale che opera con i bimbi, ad iniziare dagli educatori e dai maestri. A ricordarlo è stato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, il 23 luglio, durante la sua audizione in Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza in merito all’indagine conoscitiva sulle forme di violenza ai danni di bambini e adolescenti.
Videosorveglianza: per il ministro ci vuole
“Si tratta – ha detto Bussetti – di una materia molto delicata e assolutamente meritevole di attenzione di cui anche il Parlamento si sta occupando e nell’ambito della quale il tema dell’installazione di sistemi di video-sorveglianza all’interno di asili e scuole dell’infanzia trova giustificazione nelle ragioni di prevenzione, e di emersione e di contrasto delle violenze. L’attenzione del Governo alla problematica ha già trovato espressione in un disegno di legge che, dopo essere stato approvato alla Camera, è ora all’esame dell’altro ramo del Parlamento”.
Bussetti: l’attitudine psico-attitudinale è un requisito necessario
Il titolare del Miur ha aggiunto che la proposta di legge, caldeggiata da tempo dal vicepremier leghista Matteo Salvini, “non si limita a regolamentare l’installazione di sistemi di video-sorveglianza, ma investe sulla formazione obbligatoria, iniziale e permanente, il personale dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia e, in particolare, sulla valutazione psico-attitudinale, che diventa requisito necessario per l’accesso alla professione”.
Aperto il dibattito su video-sorveglianza e valutazione del personale
Sulla video-sorveglianza negli istituti scolastici frequentati da alunni fino a 6 anni, ricordiamo che il dibattito rimane aperto: ci sono associazioni e schieramenti politici che si dicono fortemente contrari. Più alta è, invece, l’adesione al progetto di formazione obbligatoria del personale.
Mentre sui test psico-attitudinali per il corpo insegnante, caldeggiati anche dai presidi, molti addetti ai lavori, soprattutto i docenti, ritengono che debbano essere estesi a tutto il personale, ad iniziare dai dirigenti scolastici.
Un nuovo patto di collaborazione con le famiglie
Bussetti ha quindi ribadito l’importanza della collaborazione tra scuola e famiglia, auspicando una maggiore “alleanza educativa” tra famiglie e istituzioni scolastiche: “deve essere particolarmente rafforzata per individuare e così prevenire nonché contrastare la violenza degli insegnanti nei confronti dei minori”.
“In tal senso, apprezzo particolarmente – ha detto – il lavoro svolto dal Forum nazionale delle associazioni dei genitori (Fonags) che ha avanzato una proposta di revisione del Patto di corresponsabilità educativa che ha come asse fondante il principio di collaborazione e dialogo di tutte le componenti la comunità scolastica nell’ottica di una rinnovata alleanza tra scuola, famiglia e studenti, in un clima di condivisione che mette al centro l’interesse degli studenti. Un passo importante verso il rilancio di questo strumento, per estenderlo anche alle scuole del primo ciclo, e per una revisione degli istituti della rappresentanza studentesca e della partecipazione scolastica”.
Secondo Bussetti, “proprio laddove viene meno questa alleanza educativa e il rispetto reciproco tra tutte le componenti della comunità educante trovano terreno fertile quei fenomeni di abusi e di violenze su persone vulnerabili e indifese spesso alla ribalta della cronaca”.
I numeri a favore delle nuove tecnologie
Nel corso dell’audizione, il responsabile del Miur è intervenuto anche sulla tecnologia: “deve essere un’alleata dell’apprendimento e della crescita dei nostri giovani. Dobbiamo guidarli in questo percorso di conoscenza”.
“Solo così – ha continuato – possiamo prevenire fenomeni come il cyber-bullismo e costruire società giuste, dentro e fuori la rete. È per questo che oltre ai 35 milioni nel Piano Nazionale Scuola Digitale stanziati a dicembre 2018, abbiamo stanziato oltre 100 milioni di euro da investire per la creazione di nuovi laboratori per le discipline Stem all’avanguardia della tecnologia, ambienti didattici innovativi e nuove biblioteche”.
Innovazione, 20 milioni di euro per la formazione dei docenti
“E poiché senza buoni maestri non esiste innovazione – ha sottolineato – abbiamo istituito le équipe formative territoriali, una task force di 120 docenti. Il bando è stato pubblicato lo scorso 11 luglio sul sito del Miur. La selezione sarà completata entro il mese di settembre, a partire dal quale i docenti scelti aiuteranno le scuole nello sviluppo e nella diffusione di soluzioni per la creazione di ambienti digitali con metodologie innovative e sostenibili. Promuoveranno l’innovazione metodologico-didattica, lo sviluppo di progetti di didattica digitale, cittadinanza digitale, economia digitale, educazione ai media”.
Il ministro ha quindi ricordato che il Miur supporterà “la progettazione e realizzazione di percorsi formativi laboratoriali per docenti sull’innovazione didattica e digitale. Documenteranno le sperimentazioni in atto nelle istituzioni scolastiche, nel campo delle metodologie didattiche innovative”.
Bussetti ha ricordato che proprio sulla formazione dei docenti il ministero ha investito “20 milioni per le metodologie didattiche innovative, il pensiero computazionale, le Stem, l’educazione all’imprenditorialità e l’utilizzo delle nuove tecnologie”.