La valutazione nella scuola primaria adotta i giudizi (intermedi e finali) al posto del voto numerico. (VAI AL CORSO)
Così il comunicato del Ministero dell’Istruzione: a decorrere dall’anno scolastico 2020/2021 la valutazione periodica e finale degli apprendimenti è espressa, per ciascuna delle discipline di studio previste dalle Indicazioni Nazionali, compreso l’insegnamento trasversale di educazione civica, attraverso un giudizio descrittivo riportato nel documento di valutazione, nella prospettiva formativa della valutazione e della valorizzazione del miglioramento degli apprendimenti. I giudizi descrittivi sono riferiti agli obiettivi oggetto di valutazione definiti nel curricolo d’istituto e sono correlati a differenti livelli di apprendimento.
È previsto un unico documento di valutazione con obiettivi che valgono per i 5 anni di scuola primaria o si devono realizzare 5 documenti di valutazione diversi, uno per ogni anno scolastico?
Nel documento di valutazione sono inseriti gli obiettivi di apprendimento riferiti ai vari anni di corso.
Questo quanto riporta il Ministero dell’Istruzione in una apposita FAQ. Esiste un documento di riferimento per gli obiettivi di apprendimento?
Le indicazioni Nazionali costituiscono il documento di riferimento principale per individuare e definire gli obiettivi di apprendimento disciplinari e quelli ispirati ai traguardi per lo sviluppo delle competenze. Nel Curricolo di Istituto gli obiettivi sono ulteriormente articolati e sono, infine, definiti nella progettazione annuale della singola classe. All’interno di questi documenti, i docenti della classe individuano, per ogni disciplina, gli obiettivi di apprendimento più significativi ai fini della valutazione.
La pedagogia della lumaca
In generale, sulla valutazione nella scuola primaria, è bene chiarire che la regola numero uno deriva dalla migliore pedagogia contemporanea: procedere lentamente e a piccoli passi, senza voler accelerare i tempi più del necessario. Non a caso c’è persino chi parla di pedagogia della lumaca, un’espressione usata nell’omonimo libro da Gianfranco Zavalloni, maestro, pedagogista, dirigente scolastico. E in ogni caso, quanto va spiegato all’alunno e ai suoi genitori è che un giudizio negativo non deve essere letto come un giudizio sulla persona, ma un giudizio di prestazione, che è sempre soggetta al miglioramento.
Il corso
Sull’argomento, vi segnaliamo il corso La valutazione a scuola di Enrico Bottero, in programma dal 2 marzo.
Alcuni punti tematici del corso: Che cosa vuol dire valutare. Le finalità e le funzioni della valutazione. La centralità della valutazione formativa (valutazione per l’apprendimento) e i suoi correlati: pedagogia differenziata, autovalutazione, autoregolazione degli apprendimenti.