La riforma della valutazione nella scuola primaria sta entrando in una fase delicata.
Intanto va detto che è esattamente dal 14 febbraio che la Commissione Istruzione del Senato non se ne sta più occupando; questa settimana il ddl non ha fatto nessun passo in avanti e per la prossima non è previsto nulla.
Quindi, nella migliore delle ipotesi se ne riparlerà a partire da martedì 5 marzo.
Ma sono le dichiarazioni odierne del ministro Valditara e della sottosegretaria Paola Frassinetti.
Il Ministro risponde direttamente all’appello proposta da Daniele Novara e Alex Corlazzoli con una dichiarazione tutta da decifrare: “Temo che alcuni sottoscrittori di appelli non conoscano ciò contro cui firmano. L’emendamento governativo sulla riforma della valutazione alla scuola primaria non elimina la descrizione analitica dei livelli di apprendimento raggiunti in ogni disciplina dall’alunno, che è fra l’altro fondamentale per il portfolio e la futura attività dei docenti tutor. Elimina piuttosto giudizi sintetici, astrusi e incomprensibili quali ‘avanzato’ o ‘in via di prima acquisizione’, sostituendoli con giudizi chiari e da tutti comprensibili, come ottimo o insufficiente”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Frassinetti, che fino a pochissimi mesi fa invocava il ritorno al voto e che ora afferma: “Intendiamo ripristinare il giudizio sintetico più consueto nella scuola italiana e più comprensibile come ottimo, distinto, sufficiente. L’emendamento che verrà discusso a giorni va proprio nella direzione della valutazione espressa con giudizi sintetici che certamente verranno affiancati dalla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti in ogni singola disciplina, sempre nell’ottica della semplificazione e chiarezza”.
Se le parole hanno un significato, pare di capire che l’attuale valutazione descrittiva per obiettivi dovrebbe rimanere ma dovrebbero cambiare gli attuali livelli di apprendimento (in via di prima acquisizione, base, intermedio, avanzato).
Livelli che dovrebbero essere sostituiti da giudizi sintetici “facilmente comprensibili” da genitori e alunni.
C’è però una questione tutta da chiarire: se alla resa dei conti si tratta di sostituire i livelli attuali con giudizi sintetici che bisogno c’è di modificare la legge del 2020?
Non basterebbe rivedere l’OM 172 senza scatenare polemiche e battaglie senza senso?
Il Ministro su questo è chiaro e, in sostanza, dice: “Non abbiamo nessuna intenzione di eliminare la descrizione analitica dei livelli di apprendimento”.
Descrizione analitica dei livelli di apprendimento che – si badi bene – è il cuore della riforma del 2020.
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