Il ministro (in minuscolo) dell’Istruzione (in maiuscolo) cambia, a 20 giorni dalla fine della scuola, le carte in tavola riguardo alle bocciature e nessuno dice nulla. Sembra che si potrà bocciare laddove ci siano state gravi carenze nel trimestre.
Credo che il diritto allo studio non sia stato assicurato in questo periodo e che quindi l’art. 34 della Costituzione (in maiuscolo) non sia stato rispettato: ‘La Scuola è aperta a tutti.’, rendendo incostituzionali i pensierini del ministro, di cui chiedo le dimissioni. La didattica a distanza, quando c’è stata, è stata faticosa e insoddisfacente e la Scuola (con la maiuscola) non può assumersi la responsabilità di bocciare ragazzi provati nell’esercizio motorio, sociale, psicologico e intellettuale.
Non può: saranno gli adulti di domani e non possono ricevere dallo Stato un fermo alla loro crescita. Devono essere aiutati ad andare avanti come l’Italia tutta. I professori che hanno soltanto pensato di applicare questa indicazione sono di già professori con la minuscola, perché, a mio parere, sempre si deve pensare e trovare un modo personale di fare il proprio lavoro. I Professori (con la maiuscola), gli educatori della società di domani, già sanno che è sempre più difficile arrivare ai ragazzi in difficoltà, quelli che non riescono ancora ad esprimere le loro capacità dentro il contenitore scolastico. E che molti di questi se non verranno aiutati si perderanno come persone, si lasceranno andare, si chiuderanno volontariamente alla comunità e alla crescita personale.
Dopo un momento simile mi attendo una crescita vertiginosa di ragazzi che si abbandoneranno al niente. E il ministro aiuterà con le sue disposizioni questo confinamento, già forzato dal virus? Sono indignata. Si insorga contro queste parole dissennate, di cui non credo che il ministro capisca le gravi implicazioni.
Silvia Bastia
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