Nel dibattito sulla scuola, quello della valutazione è un tema ricorrente; se ne parla in continuazione o per riferirsi alla verifica degli apprendimenti degli studenti o per parlare della valutazione del sistema scolastico.
Si tratta di risvolti diversi di un problema ampio e complesso di difficile soluzione sul quale non esiste la risposta giusta e definitiva.
Siamo nell’ambito della ricerca pedagogica e sociale ed è inevitabile, anzi doveroso, che sul tema si confrontino posizioni diverse.
Ma alcuni principi sono ormai condivisi da più parti.
Per esempio è ormai scontato (e c’è anche una legge che lo stabilisce) che nella scuola primaria non si debbano più usare i voti ma si debba fare riferimento agli strumenti della valutazione formativa allo scopo di poter regolare e correggere l’intervento di insegnamento/apprendimento.
Più articolato è il dibattito sulla valutazione di sistema e sugli strumenti che attualmente si stanno utilizzando e che si riducono in sostanza alle rilevazioni dell’Invalsi.
Il tema è complicatissimo e lo si è visto nei giorni scorsi in occasione del dibattito che si è svolto nell’ambito del convegno organizzato dalla Flc-Cgil e da Proteo Fare Sapere.
E, proprio nel corso del convegno, il segretario generale della Flc ha riproposto l’idea che le rilevazioni dell’Invalsi vengano effettuate non in modo generalizzato ma a campione.
E su questo il Ministro ha risposto.
Ma il problema più difficile da risolvere sta nel fatto che la stessa legge istitutiva del sistema di valutazione non è ancora pienamente attuata: il modello, infatti, prevede tre pilastri (Invalsi, Indire e corpo ispettivo), ma – ad oggi – il corpo ispettivo è quasi inesistente.
Di tutto questo e molto di più si parla nel nostro VIDEO