Una notizia che lascia l’amaro in bocca. Una scuola di Palermo, la Madre Teresa di Calcutta di via Fiume, famosa per rappresentare l’integrazione tra ragazzi di varie nazionalità, è stata vandalizzata nella notte del 21 ottobre. Rosaria Inguanta dirigente scolastica dell’istituto è davvero amareggiata e a RaiNews ha dichiarato: “Hanno rubato e quello che non sono riusciti a portare via lo hanno danneggiato. Tanti sacrifici per rendere la scuola confortevole e dotata di strumenti per la didattica e in una notte è stato tutto distrutto”.
E continua: “Adesso devo cercare di trovare la motivazione per andare avanti. Certo la troverò perché il nostro lavoro deve proseguire, ma oggi è davvero dura”.
Lo scenario che si presenta è davvero frustrante, è stato rubato tutto il materiale informatico e distrutto quello didattico. Un gesto meschino che sta danneggiando il futuro di tanti studenti.
La solidarietà del Direttore dell’Ufficio scolastico Regionale alla Dirigente Rosaria Inguanta
Il Direttore dell’Ufficio scolastico Regionale per la Sicilia Giuseppe Pierro ha espresso solidarietà in una lettera inviata alla Dirigente dell’Istituto Comprensivo Calcutta-Perez di Palermo, Rosaria Inguanta. Il plesso in via Fiume che la notte è stato danneggiato la notte scorsa da un “vile atto vandalico”. “Sono costernato per quanto accaduto alla scuola Maria Teresa di Calcutta – scrive il Direttore Pierro -. Due plessi, due anime di uno stesso Istituto Comprensivo, uno in via Fiume e l’altro in via Vincenzo Errante, che rappresentano un esempio concreto di accoglienza e inclusione di cui tanto abbiamo bisogno in questi tempi. Una barbara incursione che ha danneggiato l’istituzione scolastica e calpestato l’impegno di tutto il personale scolastico che quotidianamente svolge il proprio lavoro con responsabilità su un territorio complesso dal punto di vista socioeconomico. Visti i ripetuti atti vandalici a danno di scuole del territorio –ha aggiunto il Direttore Pierro – chiederò un confronto con le istituzioni competenti e la convocazione di un tavolo prefettizio”.