Il gravissimo episodio accaduto nell’Istituto Comprensivo della Campania, l’aggressione di una mamma contro una docente rappresentano ormai il fallimento completo di tutto: scuola, famiglia, chiesa e istituzioni non sanno più come affrontare situazioni di spaventoso degrado sociale.
È il fallimento di una società distrutta, senza identità, senza forma, senza valori. Devastare terribilmente una scuola vuol dire che tutto va alla deriva. Urgente è azzerare tutto e ricostruire dalle fondamenta.
Ma con quali certezze? Con quali valori? Con quale spirito? Nessuno. Esiste solo una spudorata e insana mania di protagonismo amorfo. La cronaca quotidiana snocciola episodi quotidiani di violenze inaudite dentro le aule, che vede docenti subire soprusi di ogni genere e tipologia restando inermi e indifesi.
E il Miur tace. I malcapitati di turno, pubblici ufficiali nell’adempimento del proprio dovere, ricevono violenze da parte di adolescenti senza scrupoli e totalmente ignari del rispetto delle regole, con attacchi veramente gravi e lesivi della dignità umana e il Miur tace. Ormai la misura è colma e la violenza nelle aule sta diventano la norma, la regola, la prassi quotidiana con la quale gli insegnanti devono convivere. Di fronte a queste scene di inaudita violenza, non si nota ancora una risposta forte e decisa da parte del Miur.
Tutto è ormai lapalissiano ma si preferisce tacere. E il Miur tace. Se gli adolescenti tra le mura scolastiche compiono atti di questo genere significa che sia la famiglia che la scuola hanno fallito la loro funzione pedagogico-educativa e che entrambe le due massime agenzie formative si trovano in una condizione di impotenza e di smarrimento a reagire a situazioni di questo genere. Ormai la famiglia è stata distrutta, frantumata, svuotata della sua funzione di essere il fulcro della società ed è incapace di dialogare con la scuola perché è sola e abbandonata al suo destino. E il Miur tace.
Con la delega della famiglia la scuola si è trovata ad accollarsi un onere non indifferente. Tuttavia il compito della scuola non è quello di educare, funzione che spetta al ruolo genitoriale, ma di coeducare, ossia affiancarsi alla famiglia nel processo di crescita formativa dei ragazzi. Le aggressioni tuttavia, dimostrano, ormai, che si sono superati tutti i limiti e che nelle aule scolastiche può veramente accadere di tutto, in quanto i docenti non hanno ormai nessuna arma in più per potersi difendere. Sono soggetti a subire tutte le angherie del mondo e si sentono impotenti di affrontare qualsiasi situazione di pericolo.
Oltre al danno subito, all’onta, al dileggio, allo sfregio alla dignità umana, il malcapitato docente che in quel preciso momento in cui è accaduto il fattaccio rappresentava lo Stato italiano nelle vesti di pubblico ufficiale. E il Miur tace. Mi chiedo dov’è allora la dignità umana che viene nelle classi giornalmente messa sotto i piedi da adolescenti che vanno a scuola con l’intento di compiere gesti eclatanti per una orrenda mania di protagonismo, di far capire che il mondo appartiene a loro, che vige la legge del più forte contro il più debole.
Gli insegnanti rappresentano la spina dorsale di una Nazione, ed episodi così ignominiosi tendono solo a gettare discredito sul mondo della scuola e sul lavoro degli insegnanti, un lavoro preziosissimo, malpagato e socialmente non riconosciuto nella sua giusta valenza sociale.
Mario Bocola
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