“La scuola deve essere dura e severa perché la vita è severa”: a dirlo è stato Roberto Vannacci, durante un’iniziativa promossa a Pisa dal comitato ‘Il mondo al contrario’. Il generale, candidato indipendente con la Lega alle prossime elezioni europee di giugno è tornato sulle stesse sue dichiarazioni a proposito dell’opportunità di creare classi separate con alunni che hanno problemi di apprendimento: in particolare, a fine aprile, Vannacci alla Stampa aveva detto che “delle classi con ‘caratteristiche separate’ aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare”.
Il 23 maggio, il generale ha spiegato meglio il concetto, dichiarando di non avere “mai detto che i disabili vanno messi in classi separate” e spiegando che parlava “di una tecnica che usano in Gran Bretagna, Stati Uniti e prima anche da noi”.
Quindi ha sottolineato che “bisogna aiutare tutti i ragazzi, sia quelli che vanno molto bene e chi non ha molta fortuna”: quindi, ha rimarcato, “non parlavo di disabili ma di persone che hanno diverse capacità”.
“Io penso – ha spiegato – che bisognerebbe fare classi a diverse capacità, non per discriminare chi ha più difficoltà, e non mi riferisco certo ai disabili, ma per seguirli meglio. Questo è ciò che accade in Germania”.
In generale, questo metodo, sempre per Vannacci “sarebbe un modo per portare avanti chi è più indietro di altri e per lasciar volare chi ha le ali. Gli alunni disabili invece hanno bisogno di essere aiutati in modo peculiare e specifico da personale specializzato, non certo di classi separate”, ha chiosato il candidato iscritto nelle liste leghiste delle Europee nelle province di tutta Italia.
La presa di posizione del generale Roberto Vannacci aveva prodotto molte critiche, soprattutto dalle associazioni degli alunni con disabilità ma anche a livello politico e sindacale. Sulla piattaforma online Change.org una docente, Elisabetta Gaiba, ha anche lanciato una petizione – che in pochi giorni ha avuto oltre 12.500 adesioni – per chiedere il ritiro della sua candidatura a ricoprire un posto da deputato europeo a Bruxelles “per violazione dei principi costituzionali”.
Tra le tante espressioni del generale che hanno fatto discutere, ricordiamo quella che considera Benito Mussolini “uno statista come Stalin”. Inoltre, il generale, sempre circondato da collaboratori di estrema destra, rifiuta di definirsi antifascista, definendosi “cavaliere nero”.