“Le gravissime affermazioni del Generale Vannacci sul trattamento da riservarsi persone con disabilità non solo sono offensive ma rappresentano un grave passo indietro nella nostra società. Questa non è una questione di politica; si tratta di rispetto fondamentale per i diritti umani”. È uno dei passaggi centrali della petizione lanciata da una docente, Elisabetta Gaiba, sulla piattaforma online Change.org per chiedere di ritirare la candidatura (con la Lega) alle prossime elezioni europee di giugno del generale Roberto Vannacci, dopo le sue affermazioni sull’opportunità di creare classi separate con alunni che hanno problemi di apprendimento.
La petizione, di cui abbiamo già parlato e attraverso la quale si chiede di “ritirare la candidatura del Generale Vannacci per violazione dei principi costituzionali”.
La docente si dichiara “profondamente turbata” dalle “affermazioni del Generale Vannacci” che “ha proposto classi separate per gli studenti disabili”: è “una mossa che” l’insegnante reputa “lesiva dei diritti di queste persone. Non solo questa proposta è in contrasto con i principali principi pedagogici che promuovono l’inclusione e l’uguaglianza, ma è anche in netto contrasto con i nostri valori costituzionali che garantiscono a tutti gli stessi diritti senza differenza di colore, genere o religione”.
“La Costituzione Italiana – ricorda Elisabetta Gaiba – nel suo articolo 3 sancisce il principio dell’uguaglianza formale e sostanziale tra tutti i cittadini, senza alcuna distinzione. Inoltre, la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (ratificata dall’Italia nel 2009) stabilisce chiaramente il diritto all’inclusione scolastica”.
L’insegnante, per concludere, chiede che “la candidatura del Generale Vannacci venga ritirata in quanto non in linea egli stesso con i principi costituzionali. Facciamo appello alla vostra coscienza civile e al vostro senso di giustizia. Firmate questa petizione per sostenere i diritti di tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro abilità”.
In due giorni la petizione ha raggiunto 10.000 adesioni; solo nella giornata del 30 aprile l’hanno sottoscritta in 6.000.
Moltissimi firmatari hanno anche motivato il loro assenso.
“Anni di lotta per l’inclusione non si buttano via“, commenta Maria Carmine Crippa.
“Nel 2024 non è possibile candidare una persona che non sappia che cos’è l’inclusione e di quanto lavoro c’è dietro”, sostiene Neira Palmisano.
E ancora: “L’educazione deve progredire e non regredire”, riporta Cristina Idone
“La mia empatia e la mia coscienza civile e inclusiva mi obbligano moralmente a firmare questa petizione e invito tutti a farlo”, scrive Natalia Gavina Meloni.
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