Ieri un altro, gravissimo, caso di violenza contro i docenti, da parte di uno studente, ha scosso l’intero Paese. Com’è noto un ragazzo ha accoltellato la propria docente all’interno di una scuola di Varese. La docente, secondo quanto riporta VareseNews, è ricoverata ora al reparto di Chirurgia ed è stata operata.
Al risveglio avrebbe subito chiesto del suo aggressore: “L’insegnante accoltellata era provata, sedata dai farmaci e ancora scioccata per quanto accaduto, consapevole di avere rischiato. Ma al risveglio dall’operazione ha chiesto informazioni sullo stato di salute del ragazzo che l’ha colpita. Le abbiamo risposto che lo studente sta bene, ma non le abbiamo risposto quando ha chiesto dove si trovasse, cioè al carcere minorile Beccaria di Milano”, queste le parole del responsabile Enaip per la Lombardia.
“Sto bene, sono stata fortunata. È successo tutto all’improvviso, ho sentito un gran dolore. Non mi aspettavo sarebbe successa una cosa simile…”, queste le sue parole rilasciate a Il Giorno. Secondo le prime ricostruzioni il 17enne aggressore aveva atteso il passaggio della docente e l’aveva pedinata, come riporta SkyTg24.
Lo studente, che risulterebbe soffrire di depressione e disturbi bipolari, è stato poi arrestato con l’accusa di tentato omicidio. Al momento, si indaga per capire se abbia deciso d’agire da solo forse per vendicarsi contro l’insegnante di presunti o meglio inesistenti torti, oppure sia stato “innescato” da coetanei.
Da capire, come scrive Il Corriere della Sera, se quella lama fosse in dotazione al ragazzo oppure gli sia stata procurata dai compagni. Magari “mandanti” dell’agguato poggiando sulla sua debolezza, insomma “immolandolo”.
Sono state tantissime le reazioni a quanto accaduto. “A Varese si consuma l’ennesimo assurdo episodio che riguarda la scuola. Ancora una volta un’aggressione nei confronti di un docente, che ha corso davvero un rischio enorme. Viene da chiedersi se la scuola di oggi sia più un luogo di formazione o un teatro di violenza. Esprimiamo piena solidarietà all’insegnante vittima di questo vero e proprio agguato. Occorre una seria riflessione sulla società attuale e sui modelli di crescita dei nostri ragazzi. Questi episodi ci dicono che viviamo tempi bui. Ma serve anche investire di più sulla gestione delle situazioni difficili, rispetto alle quali gli insegnanti non vanno lasciati soli. Lo Stato dovrebbe farsi sentire nella maniera più giusta, agendo sul disagio giovanile anche mediante il supporto psicologico negli istituti”, così la senatrice M5S Elena Sironi.
“L’aggressione subita da una insegnante di un istituto professionale a Varese rappresenta un episodio gravissimo, purtroppo l’ennesimo che dobbiamo registrare ai danni del corpo docente. A lei e alla comunità scolastica colpita da questo episodio va tutta la nostra solidarietà. Al netto delle responsabilità in questo caso specifico, che sono al vaglio degli inquirenti, dobbiamo interrogarci sulle ragioni profonde che sono alla radice di simili episodi, intervenendo non solo sulla repressione e sulle sanzioni nei confronti dei responsabili ma anche sul dilagare di un disagio giovanile che deve trovare nel nostro sistema scolastico un luogo di confronto, di dialogo e se possibile di prevenzione, anche attraverso la presenza di personale qualificato a garanzia del sostegno psicologico dei nostri ragazzi”, così gli esponenti M5S in commissione cultura alla Camera e al Senato.
“Non posso che esprimere tutta la mia preoccupazione per quanto avvenuto a Varese, dove uno studente di 17 anni ha accoltellato una docente. Alla magistratura il compito di fare luce sull’accaduto, che desta però non poco allarme, vista anche la recrudescenza dei fenomeni di violenza ai danni di docenti e dirigenti delle ultime settimane. Casi, purtroppo non isolati che vanno espandendosi a macchia d’olio e davanti ai quali le Istituzioni hanno il dovere di intervenire. In primis restituendo autorevolezza alla figura dei docenti, spesso delegittimati e intimoriti, dall’altro agendo a livello culturale sui ragazzi e sulle famiglie nel tentativo di ricucire quell’alleanza, quel patto, che è alla base di ogni progetto educativo. Bisogna che i ragazzi riflettano sulle conseguenze delle proprie azioni. A tal fine strumento fondamentale è la riforma del voto in condotta, oggetto di un ddl di cui sarò relatrice in aula, che di fatto ridà peso al comportamento degli studenti nella valutazione complessiva e rende obbligatorie le attività di solidarietà sociale per chi compie atti illeciti. Alla docente ferita questa mattina la mia personale solidarietà e vicinanza”, lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia Ella Bucalo, membro della commissione cultura del Senato e vice responsabile del Dipartimento Scuola del Partito.
“L’aggressione alla professoressa di un istituto professionale di Varese è l’ennesimo grave episodio di violenza ai danni del personale scolastico. Come FLC CGIL esprimiamo solidarietà e vicinanza alla docente e a tutta la comunità scolastica coinvolta. La frequenza di episodi di questo tipo ci allarma e ci mette di fronte a un problema di profondo disagio giovanile, che non va combattuto con sanzioni e metodi repressivi, ma va affrontato mettendo in campo ogni iniziativa possibile di ascolto delle studentesse e degli studenti e promuovendo un modello di scuola inclusiva e impegnata nel formare cittadine e cittadini consapevoli”, così il sindacato guidato da Gianna Fracassi.
“Nell’Istituto Professionale di Varese Enaip è stato compiuto un altro grave atto di violenza da parte di uno studente minorenne contro un’insegnante che è stata ferita, per fortuna in modo non grave, con un’arma da taglio. Secondo le prime informazioni il ragazzo è stato arrestato. Per contrastare questi ignobili comportamenti, sempre più frequenti, e per far riacquistare autorevolezza ai docenti bisogna approvare subito il DDL sul voto in condotta al Senato. È un segnale importante la costituzione di parte civile dello Stato, oltre alla garanzia della tutela legale alle vittime, inoltre i genitori dovranno farsi carico dei gesti illegali dei loro figli minori. Questa situazione mette in luce quanto sia cruciale un’efficace collaborazione tra scuola e famiglia, essendo entrambe fondamentali nel costruire un ambiente educativo solido e positivo per i nostri giovani. È intollerabile che accadano episodi del genere”, questo quanto dichiara l’on. Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione ed al Merito.
Continuano a susseguirsi le aggressioni al personale scolastico delle scuole italiane. Il PSI esprime ancora una volta la propria solidarietà all’insegnante aggredita, auspicando una pronta e piena guarigione. Le aggressioni al personale scolastico hanno un’inaccettabile frequenza a cui è necessario porre termine. Per far ciò è necessario restituire dignità a chi nella scuola ogni giorno impegna il proprio tempo per permettere agli alunni di tutto il Paese di acquisire conoscenze, sviluppare talenti e capacità affinché, terminati gli studi, possano realizzare le proprie aspirazioni e contribuire al miglioramento della società. Sburocratizzare il lavoro, sciogliere i numerosi vincoli alla libertà di insegnamento che ormai impediscono un’effettiva libertà d’azione, aumentare i salari e detassare ogni attività aggiuntiva, stabilizzare il personale dopo un rigoroso e congruo piano di assunzioni, semplificare le procedure di reclutamento. Queste le azioni che il PSI da tempo propone”, così recita un comunicato di Psi Scuola.
“Esprimo massima solidarietà e vicinanza alla professoressa di Varese accoltellata da uno studente all’ingresso della scuola. A pochi giorni da quanto accaduto a un preside di Taranto, picchiato e umiliato dai genitori di un alunno, un altro episodio intollerabile. Fortunatamente, l’insegnante non è in pericolo di vita ma fatti del genere non sono assolutamente accettabili. La Lega lavora da tempo su provvedimenti orientati a tutelare tutti i lavoratori della scuola, prevedendo l’inasprimento delle pene per chi commette atti di violenza fisica o morale nei loro confronti. In commissione Istruzione al Senato, abbiamo terminato i lavori sulla proposta di legge del collega Rossano Sasso, già approvata alla Camera, e ne abbiamo sollecitato la calendarizzazione in aula affinchè diventi il prima possibile legge. Avanti tutta per una norma di buonsenso che riporti nelle aule scolastiche autorevolezza e rispetto”, così il senatore della Lega Roberto Marti, presidente della commissione Cultura e Istruzione a Palazzo Madama.
“Siamo preoccupati- afferma il presidente dell’Associazione DirigentiScuola, Attilio Fratta – . Occorre la certezza della pena sì, ma anche la certezza di misure restrittive immediate anche di natura diversa da quelle penali che diano riscontro ad una condizione di impunità non più tollerabile. C’è una nuova emergenza sociale, ancorché educativa, da affrontare, lo Stato deve far sentire la sua presenza e deve garantire maggiori controlli e una maggior sicurezza ai dipendenti della scuola”.
“L’episodio di questa mattina a Varese, che fa seguito a quello di Taranto, mostra un preoccupante aumento degli episodi di violenza che toccano le scuole e il loro personale. E’ necessario che si ponga, a questo punto, il problema di garantire la sicurezza nell’accesso alle scuole”, lo scrive in una nota il Coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti, Rino Di Meglio.
“L’Associazione Nazionale Docenti, di fronte alla recrudescenza di episodi di aggressioni fisiche, ai danni di docenti e di dirigenti scolastici, chiede che lo Stato intervenga con immediatezza, adottando provvedimenti adeguati a tutela della sicurezza ed incolumità personale e dell’immagine dell’istituzione scolastica in quanto tale. Tuttavia, come associazione riteniamo che, insieme ad una riflessione seria su quanto sta avvenendo, sia giunto ormai il momento di procedere ad una profonda revisione dell’attuale modello di organizzazione gestionale della scuola-azienda che, a seguito dell’introduzione della figura del dirigente, ha generato un sistema squilibrato, percorso da continue tensioni e conflittualità, in un clima di diffuso disagio vissuto, il più delle volte, in silenzio da gran parte dei docenti. Appare a tutti chiaro ormai come sia progressivamente venuto meno quel fronte comune di collaborazione, quella sorta di alleanza operativa che esisteva fra preside e docente, che lasciava quest’ultimo in posizione di sostanziale tranquillità, in quanto sicuro di sentirsi tutelato dal capo d’istituto. Oggi, invece, sembra quasi che fra dirigenza e corpo docente si sia creata una frattura che si allarga sempre di più, percepita pienamente sia dagli studenti che dai genitori. Succede così che, per esempio, quando in ballo c’è la valutazione o le ordinarie dinamiche di gestione della quotidiana conflittualità interna alla classe, il primo bersaglio sono i docenti, che si ritrovano spesso soli e indifesi di fronte alle manifestazioni di supponenza, prepotenza ed aggressività di alunni e genitori. Stessa cosa oggi sembra succedere, a parti invertite, per i dirigenti, nei confronti dei quali si scatenano le ire dei genitori che li individuano come coloro che hanno un potere assoluto e possono decidere su tutto a loro piacimento, per cui qualsiasi decisione assunta, dettata magari da valutazioni di fatto e di diritto, viene percepita come un provvedimento ingiusto e lesivo per i propri figli. Insomma, sia docenti che dirigenti si ritrovano paradossalmente ad essere isolati e distanti, nella stessa condizione di vulnerabilità in cui devono, per dovere deontologico e istituzionale, mantenere un clima sereno in classe, garantire il corretto funzionamento della scuola e il diritto all’istruzione ed educazione degli studenti. Come AND rivendichiamo la necessità di un cambiamento radicale di paradigma dell’organizzazione scolastica. Ci riferiamo, in particolare, alla proposta di legge presentata alla Camera oltre due lustri fa; che prevede, tra l’altro, un Preside primus inter pares eletto a tempo e il contestuale superamento dell’attuale impostazione dirigistica e monocratica, con l’istituzione di organi di governo rappresentativi della comunità professionale che opera all’interno dell’istituzione scolastica”, così l’Associazione Nazionale Docenti.
C’è un precedente abbastanza recente in una zona della Lombardia non molto distante: lo scorso mese di maggio un episodio analogo era avvenuto in provincia di Milano, ad Abbiategrasso, dove uno studente di 16 anni, iscritto al liceo scientifico Alessandrini, aveva accoltellato una docente di 51 anni davanti ai compagni.
L’aggressione ad Abbiategrasso aveva causato all’insegnante delle ferite all’altezza di una scapola, alla testa e anche ad un polso.
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