Attualità

Variante Delta, Pregliasco: i docenti sono a rischio. Sì all’obbligo vaccinale scuola

“Credo che si possa pensare di arrivare all’obbligo di vaccino per il personale scolastico così come è stato fatto per i sanitari. I docenti sono rischio in quanto la variante Delta infetta molto i giovani e poi svolgono un servizio essenziale, lo abbiamo visto anche dai risultati degli Invalsi che sono stati pessimi a causa della Didattica a distanza, realizzata in modo emergenziale senza un’adeguata organizzazione”. Così il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco ai microfoni della trasmissione Rotocalco 264 su Cusano Italia Tv.

E ancora:  “Non c’è chiarezza sulla durata della vaccinazione. Oggi si stima una protezione di 9-12 mesi. Probabile che sia necessaria una dose di richiamo nel 2022, magari soprattutto per i soggetti più fragili e a rischio e magari con un vaccino aggiornato per le nuove varianti. Ed è presumibile che si prediliga il vaccino a mRna”.

I vaccinati nel Paese

Sono 27.120.766 gli italiani completamente vaccinati, pari al 50,21 % della popolazione over 12. Secondo il sito del Governo, in totale sono 61.543.227 le dosi somministrate, pari al 92,9% di quelle attualmente a disposizione delle regioni.

Tuttavia bisogna anche rilevare che la somministrazione delle prime dosi continua ad essere inferiore alle 100mila al giorno. Insomma, stentiamo a raggiungere quegli indecisi che ancora oggi sono scoperti dal vaccino e che nel mondo della scuola rappresentano circa il 15% del personale (attorno alle 200mila unità).

Sull’obbligo vaccinale dei docenti, peraltro, spingono nelle ultime ore anche i giuristi, come riferisce il nostro direttore Alessandro Giuliani.

Le Faq del ministero della Salute

Sulle varianti una Faq del ministero della Salute chiarisce le tipologie presenti nel nostro Paese:

Quanto sono diffuse le varianti nel nostro Paese?

La stima sulla prevalenza delle varianti di SARS-CoV-2, riportata nell’ indagine di prevalenza condotta dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, mostra che, in Italia, al 22 giugno 2021, tra le cosiddette Variants of Concern (VOC):

  • la prevalenza della cosiddetta variante Alfa (B.1.1.7) è pari al 57,8%, in calo rispetto all’88,1% del 18 maggio, con valori oscillanti tra le singole regioni tra il 16,7% e il 100%
  • la variante Beta (B.1.351) non è stata riportata in nessuna Regione/PPAA 
  • la variante Gamma (P.1) ha una prevalenza pari a 11,8% (con un range tra 0 e 37,5%, mentre nella precedente survay era al 7,3%)
  • la variante Delta (B.1.167.2) ha una prevalenza pari al 22,7% ed è stata identificata in 16 Regioni/PA, con un range tra lo 0 e il 70,6%.

I vaccini sono efficaci contro le varianti del nuovo coronavirus?

I primi dati confermano che tutti i vaccini attualmente disponibili in Italia sono efficaci contro la variante Alfa del nuovo coronavirus (variante VOC 202012/01, nota anche come B.1.1.7).

Vi sono evidenze che quanti hanno ricevuto solo la prima dose di una vaccinazione, che prevede la somministrazione di due dosi per il completamento del ciclo vaccinale, sono meno protetti contro l’infezione con la variante Delta rispetto all’infezione da altre varianti, indipendentemente dal tipo di vaccino somministrato.
Il completamento del ciclo vaccinale fornisce invece una protezione contro la variante Delta quasi equivalente a quella osservata contro la variante Alpha.

Carla Virzì

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