Nel nostro Paese, così come nel resto d’Europa (in Francia la prevalenza è del 20-25%, in Germania è sopra il 20%), c’è una circolazione sostenuta della variante del Covid, che probabilmente è destinata a diventare quella prevalente nei prossimi mesi.
A livello nazionale la stima di prevalenza della cosiddetta ‘variante inglese’ del virus da Covid-19 è pari a 17,8%.
Sono questi i risultati preliminari della ‘flash survey’ condotta dall’Iss e dal ministero della Salute.
Una variante che ha già prodotto i suoi effetti sul fronte scolastico: molte, infatti, le scuole che sono ritornate in DaD per la presenza di un virus particolarmente aggressivo e contagioso che, evidentemente, circola anche tra soggetti normalmente asintomatici (e dunque a bassa carica virale), come i bambini. Così è avvenuto nella scuola dell’infanzia di Ospiate, da cui è sorto il focolaio che ha prodotto la chiusura delle scuole del territorio. Così anche in Abruzzo e in Umbria, dove la chiusura scuole viene contestata da un gruppo di genitori pronti dare battaglia per il ritorno in classe, ricorrendo al Tar.
Una problematica rispetto alla quale si sta agendo accelerando le vaccinazioni per il personale scolastico, che già dalla prossima settimana, in contemporanea agli ultra ottantenni, inizierà essere trattato col vaccino Astrazeneca, come da ultimo aggiornamento del documento ministeriale vaccinazioni.
Continua così il Comunicato del Ministero della Salute: La necessità di monitorarne attentamente la prevalenza deriva dalla sua maggiore trasmissibilità rispetto al virus originale. Un attento monitoraggio ci consentirebbe, assieme al rafforzamento delle misure di mitigazione, di contenere e arginare gli effetti della nuova variante mentre si prosegue con le vaccinazioni, che restano comunque efficaci anche contro il virus mutato.
Nei prossimi giorni l’indagine sarà ripetuta, per verificare la velocità di diffusione della nuova variante. Il virus muta continuamente e sono già state isolate centinaia di varianti, anche se la maggior parte di queste non cambia le caratteristiche del virus. La vigilanza deve restare alta però per individuare, come viene già fatto, quelle che potrebbero peggiorare la situazione in termini di trasmissibilità, sintomatologia o sensibilità nei confronti di vaccini e anticorpi, tenendo presente che questi ultimi possono essere comunque modificati per adeguarli alle versioni più pericolose.
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