Il celebre cantautore ed ex professore Roberto Vecchioni, reduce, purtroppo, da un periodo di lutto dovuto alla morte di uno dei suoi figli, ha rilasciato un’intervista a La Repubblica in cui ha parlato, come è solito fare, di cultura, scuola e di giovani.
“A scuola io ho sempre insistito che si deve diventare persone prima per i valori, poi per il mestiere”, ha esordito Vecchioni, che ha ribadito l’importanza della cultura rispetto alla smania di fare soldi, di studiare solo per lavorare.
In questi giorni il cantautore è impegnato con il tour di promozione del suo ultimo album, dal titolo leopardiano, L’infinito. Ma perché così tanto amore e attaccamento verso il poeta di Recanati? “Perché è il poeta più amato dai giovani. La malinconia, la tristezza, l’odio verso le ingiustizie del mondo, verso la natura lo rendono voce della sfiducia dei ragazzi negli adulti, sentimento di tutte le nuove generazioni”, ha risposto.
Leopardi e l’ipocrisia
Ed ecco alcune battute sulla Generazione Z: “Gli adolescenti non capiscono il mondo che hanno davanti, proprio come Leopardi, che era più cattivo dei trapper perché non le mandava a dire. Dal suo vocabolario era bandita la parola ipocrisia”.
Infine Vecchioni ha spiegato quale consiglio letterario darebbe ai suoi alunni di oggi: “Ai miei studenti potrei dire di leggere Alda Merini perché è molto vicina a Madame nella sensualità, nella corporalità. Ricorrenti anche in poetesse del Rinascimento come Veronica Franco e Vittoria Colonna”.