Anche il cantante ed ex professore Roberto Vecchioni, a In Altre Parole, su La7, ha commentato il discorso della dirigente scolastica di un liceo di Bari che ha fatto un discorso molto critico relativo agli open day e al rapporto tra scuola e genitori.
“Diamo sempre la colpa ai social, no. Molto spesso è dei genitori, anche involontariamente. Il continuo non ascoltare i figli, e ridursi alla domanda ‘che hai fatto oggi a scuola?’ non va”, ha esordito.
“I genitori si dividono in due gruppi”
Ed ecco un aneddoto relativo ai suoi anni dietro la cattedra: “L’indifferenza verso il comportamento del figlio è la cosa peggiore. Quando insegnavo io erano un po’ meglio, io non li sopportavo. Dicevano tutti le stesse cose. I genitori si dividono in due gruppi: quelli che dicono ‘faccia studiare mio figlio’ e quelli che dicono ‘guardi che lui è bravo, forse non ha capito’”.
“Quando stai cinque o sei ore con un ragazzo è molto di più di mezz’ora al giorno come fa magari un padre. I docenti conoscono quasi meglio i figli dei genitori. Quando un ragazzo ha dei problemi ha paura di parlare con i genitori, va a parlare con l’insegnante. I genitori devono parlare, parlare, parlare con i figli, anche di cose inutili, leggere i loro libri, ascoltare la loro musica”, ha concluso Vecchioni.
La dirigente scolastica del liceo di Bari in questione è stata ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo, su La7, lo scorso 22 novembre. Qui ha continuato la sua riflessione: “Non educhiamo i ragazzi a poter cadere e rialzarci. Stiamo creando generazioni di iperprotetti. Non parliamo di quante diagnosi di patologie dobbiamo accogliere per dare un percorso privilegiato. Una volta la crescita curava”.
“I genitori sono venuti a scuola senza salutare, come fossero allo zoo, come se fossero lì a comprare un prodotto. Poi da settembre risolvo problemi legati alle fragilità dei genitori al fatto che vengono a prelevarli a tutte le ore, telefonano o mandano messaggi ai coordinatori a tutte le ore, non accettano una insufficienza nemmeno a chi è all’inizio del proprio percorso. Devo proteggere i docenti”, ha aggiunto
“Per me è normale dire ad un genitore che prima di iscrivere un ragazzino bisogna ascoltarlo. La scuola sta provvedendo. Non ci voleva il ministro Valditara. Il voto in condotta serve non per punizione ma per educazione. Chat delle mamme? I genitori danno i voti ai professori”, ha concluso.
Gramellini e l’aziendalese a scuola
Le parole della dirigente hanno sicuramente colpito il giornalista e conduttore Massimo Gramellini, che ha scritto un editoriale sempre a Il Corriere della Sera. Ecco cosa ha detto: “Il giorno in cui i presidi presentano la scuola ai genitori dei potenziali iscritti non si chiama Giorno di Presentazione ma Open Day, e forse i problemi cominciano proprio da questo aziendalese imposto persino tra i banchi. Mi stupisco che non l’abbiano ancora licenziata”.