Roberto Vecchioni, oltre ad un essere un celebre cantautore, è anche un docente di lettere alle scuole superiori.
In una lunga intervista a Vanity Fair parla del suo rapporto con gli studenti e con il mondo classico: “Trasmettere la passione per i greci e i latini è il tema della mia vita, ho sempre avuto voglia non solo di apprenderle ma anche di ridarle quelle cose, per questo ho insegnato trent’anni lettere classiche. Quello che cerco di far capire che il greco e il latino non sono esercizi da tradurre, ma un mondo da scoprire”.
“Ho appreso dagli insegnanti del liceo. Anche se, quando avevo 11 anni, tutto è nato perché ho scoperto in casa un libretto di greco di mio padre. Lui mi disse: “Lascia stare, è una cosa difficilissima”. Io invece lo tenni, e di notte, sotto le coperte, perché mio fratello non voleva che tenessi la luce accesa, tentavo di capire. Ho imparato così, da autodidatta. Al compleanno dei 12 anni ho chiesto a mio padre come regalo un vocabolario di greco. Per anni ho letto e tradotto da solo, quindi arrivato in quarta ginnasio non avevo bisogno di vocabolario”.
E sul rapporto con i libri: “Sono sepolto vivo dai libri. A parte alcuni saggi di 50, 60 anni fa, che conservo gelosamente e che non permetto a nessuno di toccare, periodicamente me ne disfo, perché non ho spazio. Con il tempo mi sono organizzato regalandoli a un paio di associazioni che hanno la loro biblioteca”.
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