Bloccare i decreti sulla scuola e convocare tutte le parti in causa per definire una strategia il più possibile comune sull’istruzione: è questa la proposta sulla scuola che giunge dal Circo Massimo di Roma, dove il 25 ottobre l’opposizione ha portato da tutta Italia, secondo gli organizzatori, oltre due milioni di persone (appena 200 mila per la Questura romana). Manifestanti a parte, complice la diretta televisiva della Rai, le parole dell’opposizione sono entrate nelle case di milioni di italiani. Chi ha seguito gli interventi ha capito che ormai l’istruzione – assieme a lavoro, sicurezza, legalità, Mezzogiorno e antirazzismo – viene considerata tra le emergenze del Paese.
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Veltroni: il Governo blocchi i decreti e convochi le parti sociali
Sul palco il leader del Pd, Walter Veltroni, ha duramente attaccato il Governo ed in particolare il Premier Silvio Berlusconi. Veltroni ha giudicato quella della scuola e dell’Università “una protesta giusta, perché consapevole, responsabile e assolutamente non violenta”: i provvedimenti del Governo sono stati definiti “tagli camuffati sotto le mentite spoglie di una ‘riformetta’ che ha mortificato la dignità culturale e professionale dei docenti, la partecipazione dei genitori e degli studenti, la natura di comunità educante della scuola”. Il capo dell’opposizione ha anche colto l’occasione per proporre un modello scolastico alternativo: a quello avallato dal Governo in carica, ma anche rispetto all’attuale assetto di norme che lo tengono in piedi.
Respingendo in tal modo le accuse di chi sostiene che il Centro-Sinistra si pone nei confronti della scuola solo in difesa dello status quo: “ogni posizione conservatrice sulla scuola e l’Università è sbagliata – ha detto Veltroni – per questo abbiamo bisogno della scuola dell’autonomia e del merito. Di una scuola che abbia fiducia nella capacità di scelta dei ragazzi. Di una scuola guidata da un progetto educativo moderno e capace di promuovere opportunità sociali e merito, in un contesto di permanente, indipendente, valutazione di qualità”. I conservatori, ha sottolineato il leader del Pd, “sono quelli che si preoccupano di sistemare piccoli particolari, come il grembiule e il ripristino dei voti. C’è bisogno invece di una radicale riforma”. Veltroni ha condannato anche le ‘classi di inserimento’: “Fa rabbrividire – ha detto sempre al Circo Massimo- la mozione della Lega sulle classi differenziate per i bambini stranieri: che nella scuola dell’obbligo ci siano classi separate o test d’ammissione per distinguere un bambino dall’altro è un danno per tutti. E’ un danno per i bambini italiani, che considereranno quei loro amici diversi da loro, introiettando un concetto foriero di catastrofi. E’ un danno drammatico per i bambini immigrati, che si sentiranno messi ai margini e respinti, e coltiveranno un senso di separatezza”.
La proposta conclusiva di Veltroni è che il Governo blocchi il decreto Gelmini sulla scuola: “Noi – dice rivolgendosi alle forze del centrodestra – vi facciamo una proposta: il Governo ritiri o sospenda il decreto attualmente in discussione in Parlamento, modifichi con la Legge Finanziaria le scelte di bilancio fatte col decreto e avvii subito un confronto con tutti i soggetti interessati, giovani studenti, famiglie, docenti. Fissando un tempo – aggiunge il segretario del Pd – al termine del quale è legittimo che le decisioni siano prese”.
Tutti i più alti esponenti dell’opposizione – Franceschini, Di Pietro, Rutelli, Fioroni, Finocchiaro, tanto per citarne alcuni – si sono schierati contro la politica del Governo e a sostegno delle contestazioni studentesche di questi giorni: “credo che questi ragazzi abbiano ragione a protestare contro quella che viene enfaticamente chiamata riforma Gelmini ma in realtà sono dei provvedimenti che tagliano i fondi per la scuola, la ricerca e l’università. Consiglierei di ascoltarli”, ha osservato Massimo D’Alema (Pd).
Commenti positivi sul tipo di linea e di proposte fatte al Circo Massimo sono arrivati dai leader dei sindacati. Ad iniziare da Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, che a Roma ha sfilato con un gruppo di lavoratori: ” un bel clima, anche una grande consapevolezza che i problemi della scuola e del lavoro sono da affrontare in modo diverso. Questo – ha sottolineato il primo rappresentante della Cgil – vuol dire che le risposte che dà il Governo di fronte all’incalzare della crisi sono percepite come risposte sbagliate e qui c’è il nervosismo del governo”.