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Veltroni: “Scuola assente dalla campagna elettorale”

 “E’ il grande scomparso di questa campagna elettorale”: così ha definito il mondo della scuola Walter Veltroni durante un comizio elettorale tenuto il 20 marzo ad Asti. Durante la 66sima tappa del suo tour in vista delle elezioni del 13 e 14 aprile, il leader del Pd ha spiegato che l’Italia può funzionare soltanto con un sistema scolastico adeguato, per questo “è centrale la formazione e retribuzione degli insegnanti, la loro stabilità”.
L’ex sindaco di Roma deve essersi probabilmente reso conto che al popolo della scuola (oltre un milione e centomila dipendenti tra docenti e Ata) non è piaciuta la decisione del Pd di escludere l’istruzione tra le priorità del suo programma elettorale: molti, soprattutto insegnanti, non hanno gradito il progetto espresso dallo stesso Veltroni all’inizio della campagna elettorale di voler concedere maggiore spazio all’autonomia degli istituti facendo leva sulle capacità manageriali dei loro dirigenti.
Ad Asti Veltroni ha però spiegato che la qualità di una scuola passa soprattutto per la qualità degli insegnanti: “al centro di tutto – ha detto il segretario del Pd – ci deve essere l’insegnante, con la sua responsabilizzazione e formazione che deve essere permanente”. Spazio dunque ad “un anno sabbatico” destinato alla formazione per favorire il “long life learning“, la “scuola tutta la vita”. Un’eventualità, ha sottolineato il leader democratico, che tornerebbe utile anche ai soprannumerari che hanno bisogno di riqualificarsi (del resto come previsto nelle ultime Finanziarie), perché “non si smette mai – ha sottolineato il primo candidato del Partito democratico – di imparare e non si smette mai di avere voglia di imparare”.
Per argomentare la sua tesi Veltroni ha poi ricordato che in Italia “siamo scivolati dal 20esimo posto al 33esimo nella classifica Ocse sulla qualità del servizio scolastico” e che per risalire la china non vi sarebbe altra possibilità che investire sui formatori, perché il “ruolo degli insegnanti è diventato strategico per il destino” di un ragazzo.
L’aspirante premier del raggruppamento di centro-sinistra ha poi ribadito la volontà di rinnovare le strutture che contengono gli istituti: “abbiamo scuole di tipo ottocentesco nella loro struttura fisica, perfino i banchi sono rimasti gli stessi, ma oggi è cambiato tutto “, ha detto Veltroni.
Come ribadita è stata la volontà di puntare su una maggiore permanenza dei docenti nello stesso istituto e nelle stesse classi: “c’è bisogno di continuità didattica, vorrei che un’insegnante che prende in carico uno studente se lo porti fino alla fine del ciclo”.
Veltroni ha infine spiegato le ragioni di attuazione di una “maggiore autonomia didattica”: il processo permetterebbe “una razionalizzazione dei tempi per consentire l’apertura degli istituti anche di pomeriggio, in modo da consentire agli studenti di coltivare i propri interessi, palestre e laboratori moderni”.
Con le dichiarazioni di Veltroni anche il Pd ha scoperto tutte le sue carte sull’istruzione. Prima di andare alle urne mancano però ancora tre settimane: decisamente troppe per non sentire più parlare di altri progetti sulla scuola.  
 
Alessandro Giuliani

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