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Veltroni: “Scuola ottocentesca, basta con i temi in classe”

E’ polemica sulle recenti dichiarazioni di Veltroni a proposito della scuola.
“La scuola – ha dichiarato il candidato premier del PD – ha ancora una impostazione ottocentesca; come è possibile per esempio che ad un ragazzo che va a scuola l’unica forma di creatività che gli si chiede sia il tema? Possibile che non esistano altre forme con cui possa esprimersi, come un racconto, una foto o un filmato? Se un ragazzo è bravo a scrivere racconti perché questa sua capacità non conta nulla?”.
“La scuola – ha aggiunto Veltroni – deve essere un luogo vivo, dove si possono fare delle esperienze di tipo formativo, sportivo, culturale, associativo”.
Il filosofo Massimo Cacciari risponde con una battuta: “Lasciamo perdere la fantasia e altre sciocchezze (a dire il vero Cacciari ha usato un termine decisamente più colorito, ndr). Così va a finire che gli studenti si montano la testa e magari si sentono tutti Leopardi”.
Più argomentata la replica di Alba Sasso (Sinistra democratica, vicepresidente della Comissione Istruzione e Cultura della Camera), secondo la quale fra lo “stop al tema“di Veltroni e la riproposizione delle “tre I” di Berlusconi ci sarebbe ben poca differenza.
“Appare sempre più difficile distinguere le due posizioni, accomunate da un modernismo che è l’anticamera della distruzione della scuola pubblica – afferma la Sasso – non nel senso che questa non debba adeguarsi ai tempi mutati. Al contrario. Semmai, è ottocentesco il livello dei finanziamenti alla scuola, all’università, alla ricerca”.
“Il volume degli investimenti che il nostro paese fa in questo settore
– accusa l’esponente della Sinistra democratica – ci colloca saldamente ai livelli più bassi delle classifiche internazionali, e non sembra che i programmi dei due partiti siano intenzionati a farci muovere da quelle posizioni”.
E, sulla proposta specifica di Veltroni, Alba Sasso ricorda che “moltissimi insegnanti già da tempo non si fermano al tema, e da tempo le tracce degli esami di maturità prevedono diversi strumenti di verifica della capacità di scrittura dal saggio breve, all’interpretazione del testo e così via”.
“E se il tema servisse in alcune situazioni a imparare meglio a scrivere, che significa imparare a pensare, e a documentarsi – conclude la Sasso – andrebbe bene anche quello”.
 
Reginaldo Palermo

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