In questi giorni il cantautore romano Antonello Venditti è stato al centro di forti polemiche causa di una gaffe sul palco di Barletta lo scorso 25 agosto. In quell’occasione il cantante ha insultato una donna con disabilità, pensando si trattasse invece di una contestazione politica.
Da quel momento molto è stato detto e scritto. Venditti, nella data di ieri 29 agosto a Catania, si è scusato pubblicamente. Ecco le sue parole, riportate da Il Corriere della Sera: “Io sono molto toccato da quello che mi sta accadendo. Non avrei mai pensato di dirvi questo adesso. Però ve lo dico, perchè non sono io quello. Non so che fare. sono nudo come un verme e alla gogna di tutti. E questo non è bello”.
“Io ho le spalle larghe, ma se fosse capitato ad un ragazzo agli inizi? Noi parliamo di disabilità, non si chiamano ragazzi diversi. Se qualcuno mi avesse detto che era una ragazza autistica. Io conosco tutte le disabilità, mi interesso veramente, non astrattamente dei problemi. Costretto per un equivoco a scusarmi con tutti e a fare la parte del mostro”, ha concluso.
Nel frattempo il tecnico che, mentre Venditti si è alterato sul palco, gli ha detto all’orecchio che ad emettere suoni strani fosse una persona con disabilità lo ha difeso con un post su Facebook. Eccone il contenuto:
“Venditti costruisce i suoi show spiegando la genesi di alcuni suoi brani e tra questi ve ne sono alcuni che presentano una radice politica. La cosa può piacere o non piacere, pertanto capita che qualcuno tra il pubblico gli gridi ‘Basta!’, ‘Canta!’ o gli faccia altre esortazioni del genere. Quando questo accade la cosa ha un certo influsso sul suo stato emotivo. Concerto a Barletta: mentre disquisisce di un suo brano giungono dei lamenti dalla sua sinistra che lui fa fatica a decifrare. Pensa si tratti di una delle solite contestazioni. Le luci negli occhi non gli consentono di vedere. I volumi del palco, dopo ogni canzone, rendono difficile concentrarsi sulla natura di rumori esterni. In realtà si tratta di una ragazza disabile, nata con problematiche neurologiche: sa esprimersi tramite ‘lamenti’ (passatemi il termine) che Antonello scambia per contestazioni e, pertanto, comincia a scimmiottarli”.
“Ci muoviamo subito, tramite gli steward del posto, per porgere le nostre scuse ai genitori della ragazza. La questione coi genitori della ragazza è chiusa. Per mettere fine a questa situazione si decide di avvisare anche lui.Veniamo al nucleo della contestazione attuale. Viviamo tempi in cui risulta difficile parlare di certi argomenti senza rischiare di essere accusati di voler categorizzare o ghettizzare persone. In passato abbiamo fatto concerti dove Antonello era solito rivolgersi ai ragazzi non autosufficienti appellandoli con il nome di ‘ragazzi speciali’ ai quali era solito regalare il cappello. Inoltre più volte ha contestato il modo di accogliere in sala questi ragazzi, facendo notare che era non inclusivo farli sedere in aree transennate e non tra le persone autosufficienti. Ma per normativa vanno accolti così. Ragioni di protocolli di sicurezza. Per avvisarlo del disguido creatosi mi reco da lui e gli sussurro che non si tratta di un contestatore, ma di un un ragazzo speciale”.
“Ho rispolverato un termine a lui in passato tanto caro, ma quella sera non è stato da lui compreso. Era in un evidente stato di agitazione, dipeso da 2 motivi: 1) era nervoso perché credeva che qualcuno stesse contestando il suo modo di fare show. Alcuni non sopportano che lui racconti. Lo vorrebbero juke-box. E questa cosa lo manda fuori di testa; 2) la Roma le aveva prese dall’Empoli. Voi direte: e quindi? Considerate che state parlando di una persona dalla forte fede calcistica. Del resto, ha scritto l’inno della Roma. A ciò aggiungete la stanchezza sia fisica che mentale, visto che a 75 anni gira in lungo e in largo l’Italia, con ritmi non proprio tranquilli, e regala ben 3 ORE di concerto al suo pubblico. E’ evidente che nello stato emotivo in cui si trovava ha perso lucidità e non ha ricollegato il termine ‘ragazzo speciale’ con ‘ragazzo disabile'”.
“Il risultato di questo qui pro quo è nel video che conoscete tutti. Antonello è una persona dal carattere forte. Talvolta divisivo. Ma non è stupido e non si sarebbe mai auto-impalato volontariamente in quel modo. Segnatevi questa: esibirsi davanti a 5000 persone non è cosa facile e richiede tanto in termini di energie fisiche e psichiche. Sul palco c’è una tensione che il pubblico non può vedere o percepire. A sera, quando si spengono le luci, prima di spegnere il cervello, dobbiamo scaricare tanta adrenalina. Ed è proprio quella che può offuscare il cervello nel corso dello show. E, a memoria, in 8 anni di concerti fatti con lui le persone con disabilità sono sempre state le benvenute”.
Venditti, mentre stava raccontando un aneddoto sul palco, ha udito qualcuno, dal pubblico, emettere suoni strani. Questo lo ha, evidentemente, infastidito molto, tanto da scimmiottarlo e insultarlo.
In seguito qualcuno dell’entourage ha detto all’orecchio a Venditti che si trattava di una persona con disabilità. Ed ecco la risposta del cantante: “Eh, ho capito, è un ragazzo speciale che però deve imparare l’educazione. Non esistono ragazzi speciali. L’educazione è una cosa…”.
Da qui una polemica che lo ha investito, tanto da spingerlo a diffondere un video di scuse: “Non sono un mostro – ha affermato Venditti – sta montando una polemica stupida per chi mi conosce. Ho sbagliato, ho sbagliato perché nel buio non mi sono accorto di questa ragazza. Pensavo fosse una contestazione politica alla quale sono abituato, quindi ho risposto in maniera molto violenta a questa ragazza della quale sono venuto a conoscenza. Il padre è fantastico, la famiglia è fantastica. Quindi mi devo scusare ma più delle scuse non posso fare, non me la sento”.
“Il mio concerto è molto complicato, io dico delle cose molto forti quindi reagisco a qualcosa che nel buio, tra cinquemila persone, uno non può rendersi conto. Ho fatto ammenda subito, ieri sera, dopo il concerto. I genitori hanno avuto i miei pass e tutto. Sono sconvolto, onestamente perché oltre gli attacchi politici che mi vengono da tutte le parti, arrivano anche attacchi che non mi merito. Tutti sanno quanto voglio bene ai ragazzi speciali, lo possono testimoniare tutti quelli che vengono ai miei concerti”, ha concluso.
Ricordiamo che l’autore di “Notte prima degli esami”, uno dei pochi, se non l’unico, a dedicare una canzone al suo liceo, il Giulio Cesare di Roma, si è scusato direttamente con la famiglia della donna, telefonicamente. “Per noi la questione è chiusa. Venditti si è scusato e noi abbiamo accettato le scuse” ha tagliato corto il padre della donna offesa. “Conta che abbia ammesso il suo errore e siamo stati contenti della sua telefonata. Non ci aspettavamo nulla di ciò che è successo, soprattutto da un uomo di spettacolo. Siamo rimasti senza parole ma siamo stati confortati dalle altre persone che ci hanno dato coraggio e si sono complimentati con noi per il garbo con il quale abbiamo affrontato questa esperienza. Avrebbe potuto rimediare subito, scusandosi dal palco, magari semplicemente dedicando una canzone. Ma per noi va bene così”, ha concluso.
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