“Notte prima degli esami” e “Giulio Cesare” sono le due canzoni che Antonello Venditti ha scritto in ricordo dei suoi esami di maturità e che ancora oggi i ragazzi apprezzano tanto che “notte prima degli esami” furoreggia un po’ dovunque fra gli alunni impegnanti negli esami di stato di oggi.
A lui si è rivolta Adnkronos per sapere cosa pensa dei giovani che oggi devono affrontare quest’ultimo scoglio primo di lanciarsi nella vita lavorativa o universitaria.
“Dipenderà molto dalla preparazione degli studenti se l’Italia andrà avanti. Questo è un discorso nuovo che deve essere fatto oggi: il nostro è un periodo in cui l’Italia ha bisogno che questi studenti diventino classe dirigente e insegnino qualcosa”. Una riflessione che il cantautore romano non ha fatto tanti anni fa e, dice, “mi sento di farla adesso pensando che i maturandi saranno il nostro futuro. Il cambiamento della nostra società dipenderà da loro”.
Venditti non ha particolari suggerimenti da offrire ai ragazzi che si preparano alla prima prova, anche perché quel che è fatto ormai è fatto: “Alla fine chi ha studiato, e ha voglia di studiare, si ricorderà tutto. Se gli studenti hanno amato il liceo e la scuola riceveranno quello che hanno amato”.
Venditti ha pure evidenziato: “Sono sicuro che se i ragazzi hanno amato lo studio come la scuola pretende saranno ricompensati. Ciò che si è imparato a scuola, ad esempio la condivisione e la voglia di lottare insieme, rimarrà per tutta la vita”. D’altra parte, aggiunge, “il ricordo di una classe resta per sempre. Ho scritto ‘Giulio Cesare’, raccontando l’addio alla III E e immaginando un futuro collettivo come spero sia quello di una classe”. Il cantautore, infine, osserva come la maturità sia un “momento bellissimo e anche un po’ melanconico: finisce un’età e ne comincia un’altra. Finisce un certo tipo di socialità e ne inizia un’altra. E’ come fare i 100 anni o prendere la patente: è una data che si ricorderà tutta la vita, come il matrimonio o la prima comunione”.
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