Attualità

Venerdì 15 novembre studenti in piazza: liberiamo il Paese, no a Manovra e autonomia differenziata. Lezioni a rischio per lo sciopero nazionale

Si preannuncia partecipata quest’anno la prima protesta studentesca contro l’operato del Governo sul fronte dell’Istruzione scolastica e universitaria: venerdì 15 novembre, a soli due giorni dalla giornata internazionale dello studente, migliaia di giovani scenderanno in piazza da Nord a Sud del Paese.

“Diciamo basta a repressione e censura”

‘Rovesciamo il Governo, liberiamo il Paese’ sarà lo slogan che accompagnerà le manifestazioni nelle città della Penisola: l’obiettivo, spiegano dalla Rete degli Studenti Medi e dall’Udu, è quello di “sollevare l’attenzione su scelte e indirizzi politici repressivi e pericolosi per il mondo dell’istruzione pubblica”.

“Liberiamo il Paese da un Governo che usa indiscriminatamente repressione e censura su chiunque non la pensi come loro – dichiara Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi – Non possiamo accettare che leggi come il DDL Sicurezza, la riforma della condotta, il Decreto Rave, il Decreto Caivano siano la prassi con cui zittire e criminalizzare le giovani generazioni e non solo. Non possiamo accettare i continui attacchi alla Costituzione e i tagli di 41 milioni di euro e i quasi 8 mila dipendenti scolastici in meno previsti in Legge di Bilancio per l’Istruzione pubblica!”

“Dobbiamo liberarci, liberare l’università dai tagli costanti che mettono in ginocchio un intero settore, ormai condannato alla precarietà, serve prendere coscienza e mobilitarsi insieme – dichiara Alessandro Bruscella coordinatore dell’Udu – In questo scenario, ad aggravare il quadro è l’autonomia differenziata, che sortirà l’effetto di acuire le differenze e peggiorare la disparità di condizioni”.

Le sedi della protesta di piazza studentesca del 15 novembre

ABRUZZO

Teramo ore 8.30, Largo San Matteo

BASILICATA

Potenza ore 9:30, Piazza Zara (sabato 16)

Matera ore 16, Hubout

Lauria ore 9:30, Traverso Ammiraglio

CAMPANIA

Napoli ore 12:00, cortili di scienze politiche-studi umanistici-scienze sociali

EMILIA ROMAGNA

Modena ore 08:30, Piazzale 1 Maggio

Forlì ore 08:30, Liceo Canova

Bologna ora 13:00, Piazza Scaravilli

Ferrara ore 15:30, Via Cavour 189

Cesena ore 16:30, Giardini Pubblici

Parma ore 14:00, Piazza Garibaldi

FRIULI VENEZIA GIULIA

Trieste ore 17:00, Università aula d edificio a

LAZIO

Latina ore 9:30, Piazza del Popolo

Roma ore 9:00, Piramide – Miur

Viterbo ore 11:00, Sede Disco Lazio

Viterbo ore 16:00, Cosmonauta

LIGURIA

Genova ore 15:00, Prefettura (largo Lanfranco)

Imperia ore 10:00, Piazza Dante

LOMBARDIA

Milano ore 9:30, Largo Cairoli

Pavia ore 15:00, Piazza Tre Torri

MARCHE

Ascoli Piceno ore 10:00, Piazza del Popolo

Ancona ore 15:30, Piazza Roma

PUGLIA

Martina Franca ore 9:00, Piazza V. Veneto Taranto ore 10:30, Piazza della Vittoria

Lecce ore 11:00, complesso studium 2000

Bari ore 8:30, piazza Aldo Moro

VENETO

Vicenza ore 9:00, Piazza Matteotti

Verona ore 8:30, Stazione Porta Nuova

Padova ore 9:00, Piazzale della stazione

Belluno ore 9:00, Piazza dei Martiri

SICILIA

Palermo ore 10:00, Piazza Politeama

Caltanissetta ore 11:30, istituti scolastici della città

TOSCANA

Firenze ore 10.30, Piazza Santissima Annunziata

UMBRIA

Perugia, Piazza Grimana ore 8:30

Lo sciopero dei docenti e del personale Ata

Nella stessa giornata si potrebbero fermare anche docenti e personale scolastico, mettendo a rischio le lezioni: il sindacato Anief, che ha dato appuntamento a chi vuole protestare davanti al ministero dell’Istruzione, ha proclamato lo sciopero nazionale per l’intera giornata del 15 novembre riguardante tutto il personale docente, Ata ed educativo, a tempo indeterminato e a tempo determinato delle 8.200 istituzioni scolastiche e educative italiane.

L’organizzazione autonoma si ribella alla mancata risposta dello Stato italiano sull’abuso dei contratti a termine, 25 anni dopo la direttiva europea 70/99 che chiede ai Paesi membri di assumere i precari dopo 36 mesi di supplenze.

I numeri, del resto, non lasciano spazio ai dubbi: attualmente, i docenti supplenti in servizio si collocano tra il 20 e il 25% del contingente complessivo.

“Diciamo basta – ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – a mezzo milione di supplenti con più di 36 mesi di servizio svolto che continuano a essere ignorati per le stabilizzazioni, come invece dovrebbe fare ogni stato membro dell’Unione Europea”.

“Chiediamo dignità e rispetto per queste persone, attraverso il pieno recepimento della normativa europea per tutto il personale scolastico, come pure la parità di trattamento economica e giuridica con scatti anzianità, ricostruzione di carriera, ferie, assenze, salario accessorio, welfare, formazione anche per i supplenti. Inoltre, va reintrodotto il doppio canale di reclutamento specifico e certo (con stabilizzazioni da Graduatorie di merito, GaE e GPS) con assunzione quindi degli idonei di tutti i concorsi, anche del PNRR 2023, e dei precari storici, incluso i partecipanti ai concorsi straordinari. Infine, chiediamo l’indennità di incarico dopo 3 anni di servizio e di sede disagiata, per chi lavora fuori sede, con tariffe agevolate per trasporti, buoni pasto e trasferte”, ha concluso Pacifico.

Alessandro Giuliani

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