Per il 21 ottobre i sindacati di base che hanno proclamato lo sciopero generale vogliono fare il botto non solo a Roma ma in tante altre città italiane.
Le manifestazioni in programma per il prossimo veneridì sono davvero molte: Torino, Novara, Milano, Vicenza, Genova, Bologna, Firenze, Pisa, Viterbo, Napoli, Foggia, Bari, Potenza, Catania, Cagliari; e ancora altre si aggiungeranno nei prossimi giorni.
Allo sciopero, proclamato da Unicobas, Usb e Usi, aderiscono diverse associazioni come per esempio i Partigiani della Scuola Pubblica e il Comitato nazionale LIP Scuola. Anche l’ex giudice Ferdinando Imposimato ha assicurato la propria partecipazione.
La protesta riguarda non solo il pubblico impiego ma anche le altre categorie private, anche se gli occhi di molti sono puntati proprio sulla scuola.
La legge 107, infatti, sembra ormai essere stata metabolizzata non solo dai sindacati rappresentativi ma forse anche dallo stesso mondo della scuola.
Il Governo pensa anzi di chiudere definitivamente la partita inserendo nella leggendo di stabilità alcune misure che potrebbero piacere al mondo della scuola (25mila assunzioni, risorse per il sistema 0-6 anni e per altre deleghe previste dalla “Buona scuola”, pensioni anticipate per gli insegnanti dell’infanzia), ma il sindacalismo di base sembra proprio poco propenso a prendere per buone le “promesse” di Matteo Renzi.
“Le misure della legge di stabilità – commenta Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas – rappresentano una vera e propria bolla elettolaristica che di fatto non crea nessuna occasione di svilluppo; alcune misure sono addirittura regressive, come il prepensionamento con il mutuo o i tagli previsti per la sanità; inaccettabile la discriminazione fra insegnanti di infanzia che potranno godere dei benefici previsti per chi svolge un lavoro usurante e docenti della primaria ai quali non sarà riconosciuta nessuna agevolazione”.
A Roma è prevista per le ore 10 una manifestazione in viale Trastevere di fronte al Ministero dell’Istruzione. Nel primo pomeriggio a Piazza San Giovanni prenderà avvio una no-stop di dibattiti e musica che proseguirà fino alle 14 del giorno successivo quando partirà la manifestazione nazionale del “No Renzi day”.
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