Al convegno “Le parole della scuola e le parole della vita”, promosso dalla società culturale Dante Alighieri, e al quale era presente anche la ministra dell’istruzione, il presidente della Crusca Claudio Marazzini, dedicando buona parte dell’intervento alla scuola, ha detto: «Mia moglie è insegnante, e questa è una cosa buona per me perché mi fa tenere sempre uno stretto legame con la scuola».
E ha aggiunto, secondo quanto riporta il Corriere della Sera: «Su 22 ragazzi, 5 non hanno saputo fare il passato remoto del verbo vedere, e l’anteriorità del passato pare sia una categoria di cui non si ha più conoscenza».
Poi ha ricordato Tullio De Mauro, Don Milani e infine Antonio Gramsci: «L’italiano nella scuola deve essere coltivato nella prospettiva che è stata di Tullio De Mauro, come chiave di partecipazione attiva. Poi io provengo da Torino che ha unito sempre Don Milani, che piaceva molto a Tullio De Mauro, e Gramsci, che piace molto a me, perché se voi leggete le memorie di chi lo ha conosciuto, Gramsci quando faceva il maestro di giornalismo costringeva i suoi operai, ai quali insegnava a fare i giornalisti, a scrivere tre, quattro volte, un articolo finché non avessero raggiunto la chiarezza».
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