Le autorità scolastiche del Veneto, attraverso una circolare inviata a tutti gli Usp, hanno chiesto che negli istituti comprensivi vengano fatti accertamenti su punteggi, abilitazioni e titoli sia dei collaboratori scolastici, sia del personale amministrativo: ma solo di quello proveniente dalla Campania.
Il sospetto di dichiarazioni false
Si sospetta, e il sospetto sarebbe assai fondato, che tutto il personale proveniente dalla Campania abbia presentato, per ottenere quel lavoro, diplomi col massimo dei voti, ma mai esibiti, certificati impossibili da reperire, contributi mai versati, numeri di telefono fasulli.
Anche la Guardia di Finanza, negli anni novanta, aveva indagato su decine di posizioni e sempre di personale Ata proveniente dalla Campania, uscito da scuole fantasma con diplomi creati ad arte per fare soldi facili in cambio di diplomi fasulli.
Non si reperisce la documentazione richiesta
Sembra che siano già emersi diversi casi di personale che abbia difficoltà a reperire dati che confermino quanto dichiarato all’atto dell’assunzione, cosicchè la situazione rischia di farsi davvero dirompente.
Gli esempi citati nella richiesta di accertamento, riporta Il Messaggero, riguardano le verifiche per la convalida del punteggio del personale Ata 2018/2021 già assunto o inserito nelle graduatorie di terza fascia, ma qualsiasi tentativo di accedere a info e documentazioni si è rivelato un vicolo cieco. E nei rari casi in cui di documentazione se n’è trovata in abbondanza, si sono riscontrati punteggi e situazioni assurdi.
I diplomifici
Sembra infatti che molti collaboratori scolastici già regolarmente assunti abbiano ottenuto i diplomi all’Istituto paritario Voltaire di Napoli, al centro di inchieste della Procura partenopea, da dove circa 250 privatisti di tutte le età, di ogni estrazione sociale e provenienti da ogni angolo della penisola avrebbero ottenuto il diploma nonostante una frequenza scarsa o nulla.
Troppe le situazioni equivoche
Sarebbero dunque tante le situazioni equivoche sulle quali, dopo la circostanziata denuncia del Comprensivo di Verona, la Regione Veneto vuole fare chiarezza al più presto attraverso gli organi territoriali.
I presidi degli istituti dovranno produrre i curriculum vitae e i diplomi allegati del personale sotto inchiesta, ma anche le semplici istanze di quanti hanno presentato domanda di ammissione in graduatoria per ottenere il posto di lavoro o di coloro che sono stati assunti dopo concorso di abilitazione. Ne va della credibilità di un intero sistema.