Vernice rossa sulle scale del Miur

La fantasia dei giovani non ha limiti. Sarà anche per questo che le loro forme di protesta rappresentano delle forme di espressione spesso originali. Come quella condotta il 2 ottobre da alcuni giovani del Blocco Studentesco: per denunciare quello che considerano lo smantellamento e i tagli all’istruzione pubblica “perpetrata dal governo Letta in continuità con le precedenti legislature”, hanno deciso di colorare con vernice rossa le scalinate del ministero dell’Istruzione che danno su Viale Trastevere. Poi hanno lanciato volantini che spiegavano la motivazione del “blitz”.

“E’ chiaro che la linea di condotta intrapresa dall’attuale governo Letta è la stessa – si legge sul profilo Facebook dell’associazione – intrapresa dalla precedente legislatura di Mario Monti. Per risanare il deficit del nostro paese, la strategia di questi governi tecnici o delle ‘larghe intese’, sotto i dettami di Fondo Monetario e Bce, passa attraverso lo smantellamento dello stato sociale, di cui la scuola e l’istruzione sono il primo fondamento. I presidi per mancanza di fondi sono costretti a chiedere il contributo volontario, mentre a gravare ulteriormente sulle famiglie arriva un taglio di 50 milioni di euro destinati al contributo per l’acquisto dei libri di testo da parte delle famiglie stesse. Sono poca cosa gli 8 milioni destinati a questo contributo da parte del trio Letta, Carrozza e Saccomanni. Di fatto non più di un palliativo”.

Intanto, sempre il 2 ottobre, la Rete degli studenti ha confermato la volontà di scendere in piazza il prossimo 11 ottobre: “non è possibile uscire dalla crisi senza incentivare istruzione, università, ricerca” afferma l’associazione studentesca promuovendo la mobilitazione all’insegna dello slogan “Si scrive scuola, si legge futuro”. “Bisogna tornare a investire con forza sul mondo dell’Istruzione a partire dalle richieste e necessità concrete di noi studenti, quelle che ogni giorno viviamo nelle nostre aule, nei corridoi delle nostre scuole, nelle nostre città. Un cambiamento reale – spiega l’associazione studentesca in una nota – non può che essere generato dalla nostra partecipazione quotidiana alla vita democratica dalle nostre scuole al paese”.
La Rete degli studenti rivendica, tra l’altro, una legge nazionale per il diritto allo studio, la pubblicazione dell’anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica, una riforma della rappresentanza studentesca, una riforma strutturale dei cicli, didattica innovativa e riforma del sistema di valutazione, innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni, uno Statuto degli studenti impegnati negli stage formativi.

Alessandro Giuliani

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