Verso il nuovo Governo, l’appello degli studenti a Napolitano
A poche ore dall’epilogo del Governo Berlusconi, gli studenti italiani si rivolgono ancora una volta al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, per chiedere garanzie sulla tutela dell’istruzione pubblica. Protagonisti del gesto, riassunto in una lettera pubblica, sono la Rete studenti medi e l’Unione degli Universitari.
“Caro signor Presidente – scrivono – , nelle prossime ore Lei sarà chiamato a decisioni tanto delicate quanto importanti per la tenuta del nostro Paese. Ci rivolgiamo proprio a Lei in questo momento perché come ha ascoltato la voce delle studentesse e degli studenti in passato, lo possa fare anche oggi, ponendosi quale elemento di garanzia e di tutela per il mantenimento di un sistema di formazione pubblico e di qualità”. Gli studenti non chiedono a Napolitano di operare in modo da favorire un nuovo Governo vicino più alla destra o alla sinistra politica: il loro è un richiamo “a prescindere dal merito delle Sue scelte”. Dopo aver sottolineato di essere “molto preoccupati delle sorti del Paese e di quelle del nostro futuro”, gli studenti spiegano di essersi rivolti a Napolitano perché in occasioni delle vibranti proteste della fine del 2010, in coincidenza con l’approvazione della legge di riforma dell’Università, “è stata l’unica istituzione che l’anno scorso ha voluto ascoltare la nostra voce, invitando noi studenti nella sua residenza. Ci siamo purtroppo trovati di fronte ad un Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che non ha voluto ascoltare la protesta di piazza degli studenti”. Mentre “il Governo fin dall`inizio del suo mandato, ha predisposto tagli progressivi preoccupanti per la scuola e l’università pubblica”. L’ultimo messaggio contenuto nella missiva riguarda la necessità di allestire un esecutivo in grado di garantire “adeguati finanziamenti e tutele specifiche per il diritto allo studio, per le scuole e le università pubbliche del nostro Paese e quindi per poter sperare ancora nel nostro futuro, il futuro dell’Italia e dell’Europa“.