Il panorama dell’Istruzione appare talvolta avvizzito e ripetitivo, i suoi tempi vengono scanditi da una continua esigenza di adeguamento agli standard europei e tutti si mostrano comprensibilmente protesi in avanti, perdendo spesso di vista il punto da cui sono partiti.
In quest’ottica, la scuola dovrebbe qualche volta provare a fornire un’offerta di cultura fuori dai canoni prefissati al fine di diventare competitiva con le altre proposte del mercato.
È su questo sfondo e con questo spirito che nella Valle del Torto e dei Feudi, in provincia di Palermo, è stato realizzato un progetto, ideato dalla studiosa di tradizioni popolari Sara Favarò, che ha coinvolto le scolaresche dei tredici comuni siciliani che fanno parte del comprensorio(Alia, Aliminusa, Caccamo, Campofelice di Fitalia, Castronovo di Sicilia, Cerda, Ciminna, Lercara Friddi, Montemaggiore Belsito, Roccapalumba, Sciara, Valledolmo, Vicari). Ha inoltre coinvolto il corpo docenti, un comitato di esperti, il Sindaco e nientemeno… tutti gli anziani dei paesi.
Si è trattato di un intervento altamente significativo da un punto di vista umano, in quanto ha favorito il recupero dell’interazione interfamiliare, da una prospettiva etnoantropologica nonché di attenta rivalutazione della cultura popolare.
Montagne di questionari (debitamente formulati da un comitato scientifico appositamente predisposto) sono stati compilati dai bambini e sistematicamente analizzati dagli insegnanti. Questi ultimi, infatti, hanno aiutato i bambini controllando quanto raccolto e intervenendo fattivamente nella ricerca, coordinando il lavoro e, talvolta, catalogando e trascrivendo i testi.
L’esito finale è stato un pacchetto costituito da tre libri (Tulì, tulì, tulì – Memorie, feste, riti e tradizioni – La cultura alimentare nella Valle del Torto e dei Feudi), un Cd e, non ultimo, il recupero e l’assimilazione da parte delle giovani generazioni di usi, costumi, canti, cunti, ricette, filastrocche e proverbi che correvano il rischio di essere dimenticati.
In quei mesi i bambini sono diventati i protagonisti, si sono improvvisati giornalisti e hanno intervistato nonni, zii e vicini di casa, mescolandosi a loro nelle strade dei paesi. Hanno così raccolto tutte quelle perle del passato che consentiranno loro di guardare con più chiarezza e spirito critico al loro futuro.
Per informazioni è possibile rivolgersi al Comune di Roccapalumba, capofila del progetto: www.comune.roccapalumba.pa.it