Importante novità in tema di riconoscimento dei diplomi di istruzione secondaria in Unione Europea.
Il Parlamento, a Strasburgo, ha dato il via libera al provvedimento con una risoluzione approvata a larghissima maggioranza.
Si tratta di una “vera rivoluzione rispetto alla situazione attuale, soggetta a complesse procedure e discrezionalità tra stati membri”, ha commentato l’eurodeputata del Partito Democratico, Silvia Costa, sottolineando che il riconoscimento reciproco dei titoli di studio “agevola la mobilità interna all’Ue, passando dall’attuale processo di convergenza tra i 27 sistemi di istruzione a un sistema europeo maggiormente integrato”.
“Questa carta – spiega l’eurodeputata – dal 2021 creerà un passe-partout della formazione dello studente europeo e consentirà l’accesso anche a servizi e agevolazioni”.
In pratica, questo provvedimento consentirà di lavorare in Francia dopo una laurea in Italia; di essere ammessi, in Spagna, all’anno di studi successivo, dopo un anno di scuola in Germania; di insegnare in Svezia, dopo aver conseguito l’abilitazione in uno qualsiasi degli Stati membri.
Ora la decisione passa nelle mani dei Ventotto. Il tema sarà all’ordine del giorno del Consiglio Ue istruzione del 6 novembre prossimo.
Ad oggi i titoli di studio stranieri non hanno valore legale in Italia per cui è necessario chiederne il riconoscimento qualora i titolari intendano avvalersene per l’esercizio di una professione, la partecipazione a un concorso o il proseguimento degli studi.
L’equipollenza dei titoli di studio, scolastica o accademica, è la procedura mediante la quale l’autorità scolastica o accademica determina l’equivalenza, a tutti gli effetti giuridici, di un titolo di studio conseguito all’estero con un determinato titolo presente nell’ordinamento italiano.
Può essere riconosciuto corrispondente ad un diploma italiano solo un titolo di studio finale conseguito all’estero al termine di un percorso scolastico.
L’equivalenza del titolo straniero a quello italiano, conseguito all’estero da un cittadino europeo e richiesto da un determinato bando di concorso al fine dell’ammissione agli esami di quel concorso, permette la partecipazione a quello specifico concorso senza che venga rilasciato un titolo italiano (equipollenza).
Come rivela un’indagine di Eurobarometro, del maggio scorso, il 90% dei giovani europei tra i 15 e i 30 anni ritiene che un’esperienza di studio all’estero sia importante.
Addirittura il 99% dei giovani studenti italiani ritiene più importante studiare all’estero, davanti ai coetanei di Cipro (97%), Portogallo (96%), Malta e Irlanda (92%).
L’indagine è nata perché la Commissione europea vuole lanciare nuove misure per creare uno spazio europeo dell’istruzione entro il 2025 con riconoscimento automatico dei titoli di studio, l’apprendimento di almeno due lingue straniere e una rete di università europee per stimolare la mobilità transfrontaliera.
La Commissione Ue progetta anche di aumentare la qualità dell’istruzione primaria, “per gettare le basi per un futuro successo nella vita”.
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