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Verso le nuove indicazioni nazionali

Introdurranno: Edgar Morin (tra i più grandi intellettuali dei nostri tempi, autore di pregevoli testi sui compiti e sui ruoli della cultura e della scuola di oggi), Mauro Ceruti ( teorico della società complessa) e il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni.
Interverranno: Edoardo Boncinelli (Capo del Laboratorio di Biologia Molecolare del CNR), Francesco Paolo Casavola (Giurista, ex Presidente della Corte Costituzionale, Presidente dell’Istituto Italiano dell’Enciclopedia Treccani), Anna Maria Chiavacci Leonardi (Docente Universitaria e Studiosa di Studi Danteschi), Roberta De Monticelli (Docente di Filosofia della Persona), Ezio Raimondi (Docente Universitario di Letteratura Italiana), Edoardo Visentini (Accademico dei Lincei), Giovanni Maria Vian (Docente di Filosofia Patristica).
Grande è l’attesa per conoscere nei dettagli il nuovo documento che sarà presentato domani e che costituirà la base di quella riforma che non solo la scuola, ma tutta la società civile si aspetta dopo il fallimento della riforma Moratti e che rappresenterà il punto di partenza per l’inizio di un nuovo percorso di riforma che gli studenti, le famiglie, gli insegnanti, e tutti coloro che hanno a cuore il futuro dei giovani ed il destino della nostra comunità, si aspettano da più di un decennio.
Il documento “Cultura Scuola Persona. Verso le indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione consta di appena otto cartelle e ad una prima e rapida lettura si presenta positiva.
Sinteticamente riassume quelle che sono le più grandi, ed acquisite dalla maggior parte della comunità civile, idee su cui è difficile non concordare.
Non bisogna, tuttavia lasciarsi illudere dalle prime valutazioni, positive o negative che siano, atteso che un documento di tale portata ed elaborato da esponenti di sicuro prestigio, come si può dedurre dai curricoli del vari membri che hanno collaborato con il Ministro, ha bisogno di essere letto molto attentamente e tra le righe.
Non basterà, in altre parole, una lettura…letterale, ma occorrerà che ogni passo sia messo in relazione alle intenzioni e alle finalità sottese e che con esso si vogliono raggiungere. Occorrerà, allora, fare molta attenzione a ciò che a Roma sarà detto dal Ministro Fioroni e…ridetto dai vari elaboratori del documento.
Dalle letture che saranno date nella presentazione ufficiale, in altre parole, si potrà capire di che cosa, come e quando saranno riempite queste che tutto sommato sono solo grandi linee direttive, un primo gradino di un percorso appena iniziato per dare alla scuola italiana quella svolta che sicuramente dovrà essere data anche tenendo conto della tradizione storica e culturale dl nostro Paese.
Il documento, dopo aver sottolineato le contraddizioni della società di oggi,  richiama il nuovo ruolo e le nuove funzioni della scuola chiamata a confrontarsi con le stimolazioni dell’extrascuola e a leggere la realtà secondo nuovi parametri di approccio anche per ovviare a tutte le nuove forme di analfabetismo ancora emergenti nonostante sia stato debellato quello propriamente strumentale.
Dopo aver richiamato il nuovo rapporto con il mondo del lavoro il documento afferma che “In tale scenario, alla scuola spettano alcune finalità specifiche. La scuola deve offrire occasioni di apprendimento dei saperi e dei linguaggi culturali di base, deve far sì che gli studenti acquisiscano gli strumenti di pensiero necessari per apprendere a selezionare le informazioni, deve promuovere negli studenti la capacità di elaborare metodi e categorie che siano in grado di fare da bussola negli itinerari personali, deve favorire l’autonomia di pensiero degli studenti, orientando la propria didattica alla costruzione di saperi a partire da concreti bisogni formativi”.
Da qui l’ineludibile richiamo alla centralità della persona nel processo di formazione e di istruzione per la costruzione di una nuova cittadinanza per la costruzione della unicità e singolarità della identità culturale di ogni studente anche attraverso il rapporto con tutti gli altri.
Fine della scuola, così come delineato, è sicuramente il raggiungimento di una nuovo umanesimo da intendere quale fattore di formazione dell’uomo e del cittadino “come capacità di cogliere gli aspetti essenziali dei problemi, la capacità di comprendere le implicazioni, per la costruzione umana, degli inediti sviluppi delle scienze e delle tecnologie, la capacità di valutare i limiti e le possibilità delle conoscenze, la capacità di vivere ed agire in un mondo incerto”
Un documento tutto sommato che ancora…viaggia su temi astratti, che vola in alto e che, se solo si presta attenzione ai curricoli di coloro che l’hanno elaborato, lascia più di uno con in bocca qualche delusione.
Non potrebbe essere diversamente, visto che ancora una volta vengono tenute in disparte, lasciate ai margini, ignorate, insomma, le competenze di chi opera quotidianamente nella scuola, insegnanti, dirigenti scolastici, dirigenti tecnici, per citare solo qualcuna delle categorie che dovrebbero fare parte dei gruppi di studio preposti alle riforme.
Suona un po’ beffarda la dichiarazione del ministro che scrive nell’introduzione del documento: “Le riforme non si fanno senza confronto e collaborazione; richiedono persino una forte passione; pretendono comunque non solo il contributo impegnato di tutti e di ciascuno, ma pure uno sforzo comune di condivisione il più possibile ampio e convinto. Il mio augurio è che l’itinerario che abbiamo intrapreso raggiunga i risultati che il Paese e la sua scuola giustamente si attendono”.
L’augurio della scuola italiana reale è quello di essere finalmente sentita nel momento in cui si dovrà passare dalle linee direttive alla stesura delle vere e proprie Indicazioni Nazionali.

Giuseppe Guzzo

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