Archiviato da poche ore lo sciopero Unicobas del 17 settembre, già si parla delle prossime iniziative di protesta.
La lista è lunga e copre diverse date dagli inizi di ottobre fino a novembre inoltrato.
Per intanto una annotazione sullo sciopero Unicobas sulla cui adesione il Miur non ha ancora fornito i dati. Il segretario nazionale Stefano d’Errico parla di un 5% nazionale, che significherebbe percentuali anche superiori al 15% nelle aree dove il piccolo sindacato di base è maggiormente presente (Roma, Milano, Toscana e Campania); in questo caso percentuali alte anche a Genova dove i Cobas hanno aderito ufficialmente alla protesta.
Sembra insomma che, in questa fase, il sindacalismo di base stia riprendendo quota approfittando forse anche del fatto che i sindacati rappresentativi non riescono a mettere alle strette più di tanto Giannini e Renzi che anzi continuano a dire che sulla “riforma” si andrà avanti comunque anche senza confronto con le parti sociali.
E così il 10 ottobre i Cobas sciopereranno insieme con i movimenti degli studenti, mentre per l’8 novembre è in programma una manifestazione nazionale dei sindacati confederali a difesa del pubblico impiego e contro la revisione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Il SISA ha già indetto il tradizionale sciopero del 17 novembre in concomitanza con la giornata mondiale dello studenti.
Ma è sulla legge di stabilità che il Governo si giocherà la propria credibilità e ormai i tempi sono molto stretti perché il provvedimento, almeno nelle sue linee generali, diventerà pubblico nei prossimi 10-15 giorni.
I sindacati di base sono già sicuri che la manovra finanziaria penalizzerà ulteriormente i lavoratori e in particolare la scuola e il pubblico impiego, tanto che già si parla di uno sciopero generale nazionale che potrebbe essere collocato proprio nel momento in cui in Parlamento si arriverà al cuore del dibattito sulla legge di stabilità (generalmente questo avviene nella seconda metà di novembre).
E sono in molti a prevedere che, questa volta, i sindacati di base potrebbero trovare l’accordo per una azione unitaria anche perché il disagio all’interno delle scuole è sempre maggiore.
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